“Vogliamo uscire da questi colloqui con una bozza di accordo di principio. Altrimenti sarà stato un fallimento”. Così si è espresso il capo della delegazione Huthi, Muhammad Abdessalam, in riferimento ai negoziati inter-yemeniti mediati dall’Onu di questi giorni in Svezia.
Sono molte le questioni poste sul tavolo dei negoziati. In particolare, l’inviato dell’Onu per lo Yemen, Martin Griffiths, mediatore dei colloqui tra le forze lealiste filo-saudite e gli insorti Huthi, ha dichiarato di aver raggiunto un accordo sullo scambio dei prigionieri. Lo ha riportato la tv panaraba, al Arabiya, finanziata dall’Arabia Saudita.
La proposta di rendere neutrale Hadayda, il porto sul Mar Rosso in mano agli insorti Huthi, è stata, invece, rifiutata. Il mediatore Griffiths, ha richiesto di rimettere la città sotto la gestione dell’Onu. La delegazione filo-saudita ha però respinto l’accordo poiché auspica che la città “torni nelle mani delle legittime forze yemenite” e chiede il ritiro senza condizioni delle forze insurrezionali.
In Svezia, gli insorti Huthi hanno dichiarato di voler anzitutto raggiungere un accordo “di principio” per ricreare fiducia tra noi e loro. Il capo della delegazione, Muhammad Abdessalam, ha affermato che spera di trovare un’intesa “sull’apertura dell’aeroporto internazionale di Sanaa”, la capitale gestita dagli Huthi, isolata dalle comunicazioni aeree.
Ieri, nella presentazione a Roma del nuovo rapporto di Amnesty International viene proprio denunciata l’attuale situazione dei diritti umani nello Yemen. “Per tutto l’anno, le forze aeree della coalizione guidata da Arabia Saudita ed Emirati Arabi Uniti hanno bombardato zone residenziali e infrastrutture civili, centrando uno scuolabus pieno di bambini”, denuncia Amnesty. Così come “il gruppo armato yemenita degli Huthi ha bombardato indiscriminatamente centri urbani e villaggi”, ha aggiunto l’organizzazione.
In una nota congiunta, i senatori e deputati M5S delle commissioni Affari Esteri di Palazzo Madama e Montecitorio hanno commentato la presentazione di Amnesty. “Il Ministero degli Esteri deve intervenire subito per sospendere il trasferimento di bombe italiane all’Arabia Saudita impiegate nel conflitto in Yemen”.