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HomeEsteri Brexit, May potrebbe rinviare il voto sull’accordo Brexit e convoca i ministri

Il voto sull’accordo Brexit
potrebbe essere rinviato
May convoca i ministri

Per l'Ue "accordo non è rinegoziabile"

Corte Ue: "possibile revoca unilaterale"

di Andrea Murgia10 Dicembre 2018
10 Dicembre 2018

Britain's Prime Minister Theresa May looks on during her meeting with Estonian Prime Minister Juri Ratas (unseen) at No. 10 Downing Street, in London, Britain, 18 July 2017. ANSA/WILL OLIVER / POOL

Il voto di ratifica ai Comuni riguardo l’accordo sulla Brexit, previsto per domani, potrebbe essere rinviato. Lo affermano fonti vicine al Primo ministro del Regno Unito Theresa May citate dall’agenzia Bloomberg. Da Downing Street non arriva tuttavia per ora alcuna conferma: la premier ha convocato d’urgenza in queste ore il Consiglio dei ministri ma una portavoce, parlando subito prima della riunione, ha ribadito che il voto resta al momento in calendario per domani. Intanto da Bruxelles avvertono che “l’accordo con il Regno Unito non è rinegoziabile”.

Theresa May aveva lanciato un avvertimento in merito all’uscita dall’Unione Europea e all’accordo concluso recentemente. “O il mio accordo oppure elezioni anticipate” aveva detto il Primo ministro. La conseguenza sarebbe un possibile arrivo a Downing Street del leader laburista Jeremy Corbyn e niente Brexit, lascia intendere la May, che lancia così il suo ultimo avviso ai compagni di partito Tory più ribelli. Uno dei punti del dissenso all’interno del partito è legato anche al meccanismo vincolante di salvaguardia del confine aperto tra Irlanda e Irlanda del Nord.

La bocciatura del suo accordo è considerata probabile a causa della spaccatura interna alla maggioranza, dove c’è chi addirittura rilancia l’alternativa di un referendum bis. Intanto, una sentenza odierna della Corte di giustizia dell’Unione Europea ha stabilito che il Regno Unito è libero di revocare in modo unilaterale la Brexit. “Con la revoca – si legge nella sentenza – il Regno Unito resterà nell’Ue mantenendo il suo ruolo di Stato membro”. “Noi non vogliamo restare nell’Ue e 17,4 milioni di persone hanno mandato un messaggio chiaro. Questo significa che lasceremo anche la giurisdizione della Corte di Giustizia Europea”, ha replicato il ministro dell’Ambiente Michael Gove.

Tuttavia la possibilità di una revoca del ritiro esiste fino al 29 marzo 2019, ovvero quando l’accordo di divorzio non entrerà in vigore.

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