La fuga dei capitali all’estero non riguarda solo gli investimenti, ma anche il risparmio degli italiani. Secondo la Bri, la Banca dei Regolamenti Internazionali di Basilea, tra ottobre 2017 e giugno 2018 ben 11 miliardi e mezzo di euro sarebbero stati depositati nelle casse degli istituti di credito svizzeri da parte di cittadini italiani. L’instabilità economica e finanziaria che ha colpito l’Italia nel periodo di riferimento, coincidente con la fase più calda della campagna elettorale per le elezioni politiche dello scorso marzo e l’insediamento del nuovo governo, sembrerebbe essere la causa scatenante di questa migrazione di denaro, come confermato il direttore dell’Associazione Bancaria Ticinese Franco Citterio sulle pagine del Corriere del Ticino. “Con il perdurare delle difficoltà e delle discussioni sul piano finanziario fra Roma e l’Unione europea l’interesse per i depositi in Svizzera è ancora attuale e ci sono continue richieste di informazioni per l’apertura di un conto nel nostro Paese”, spiega Citterio.
Nonostante i sondaggi diano in continua ascesa la fiducia degli italiani nei confronti dell’attuale esecutivo, preoccupano le prospettive circa il buon andamento dell’economia nazionale. “Il timore è quello di uscire dall’euro e dell’introduzione di una nuova lira” – dice Holger Schmitz, titolare della finanziaria Schmitz & Partner di Minusio a Locarno per giustificare il rifugio nell’investimento in valute estere – “Per questo molti ricchi del nord Italia si sono avvalsi delle banche del Ticino per il deposito dei loro risparmi e per convertirli in franchi”.
Secondo il Sole 24 Ore comunque la fuga dei capitali non riguarderebbe soltanto i piccoli e medi risparmiatori ma anche i più grandi. “Chi apre il conto all’estero lo fa per tutelarsi dagli scenari più estremi: oltre quello dell’uscita dell’Italia dall’euro anche quello di un blocco dei capitali come accaduto in Grecia o a Cipro”, segnala un private banker.