A quasi un mese dal fermo, arriva l’incriminazione per Carlos Ghosn, ex presidente del gruppo Nissan-Renault-Mitsubishi Motors, detenuto in un centro penitenziario a nord di Tokyo dal 19 novembre e accusato di aver violato i regolamenti finanziari in tema di compensi e di altri illeciti finanziari per un periodo di almeno cinque anni, fino al 2014.
Gli investigatori hanno presentato un nuovo mandato di arresto alla procura di Tokyo, e contestato a Ghosn di aver commesso ulteriori violazioni finanziarie fino all’anno fiscale 2018. Formalizzata l’incriminazione anche per uno dei direttori esecutivi, lo statunitense Greg Kelly, anche lui detenuto nel centro penitenziario dal 19 novembre e considerato il confidente di Ghosn.
Secondo i magistrati giapponesi, Ghosn avrebbe sottostimato i suoi compensi di circa cinque miliardi di yen, l’equivalente di 44 milioni di dollari, fino al 2014. Secondo quanto riferiscono i media nipponici, sia Ghosn che Kelly contestano quanto sostenuto dal pubblico ministero, ribattendo che il rendiconto delle remunerazioni si riferiva a compensi ipotetici futuri e per questo motivo non doveva essere segnalato.