Nel mondo gli incidenti stradali fanno 1,35 milioni di morti l’anno, e sono ormai diventati la prima causa di morte tra i 5 e i 29 anni. Lo afferma il rapporto annuale dell’Oms, l’Organizzazione Mondiale della Sanità, secondo cui i più a rischio sono piloti e passeggeri di moto.
Il tasso di mortalità per incidenti stradali, si legge nel documento, è tre volte più alto nei paesi a basso reddito. In Africa è di 26,6 ogni 100mila abitanti, mentre in Europa è 9,9 ogni 100mila. La regione europea, insieme ad America e Pacifico Occidentale, è tra quelle in cui la cifra è in diminuzione. Per quanto riguarda la tipologia di vittime il 26% sono pedoni o ciclisti, mentre il 28% piloti o passeggeri di veicoli a due ruote a motore. L’Italia nel documento figura tra i paesi con meno morti sulle strade, 5,5 ogni 100mila abitanti, lo stesso della Francia, anche se la scheda relativa al nostro paese lamenta una bassa percentuale di persone che usano le cinture, il 62% nei sedili anteriori e appena il 15% in quelli posteriori.
“Le morti sulla strada sono un prezzo inaccettabile per la mobilità – afferma il direttore generale dell’Oms Tedros Adhanom Ghebreyesus – Non ci sono scuse per l’inazione, questo è un problema con soluzioni provate”.