Più un intrigo internazionale che una semplice retata. All’alba novanta persone sono state arrestate in Italia, Belgio, Olanda e Colombia con l’accusa di associazione mafiosa, traffico di sostanze stupefacenti e riciclaggio dalle forze di polizia, in collaborazione con le diverse autorità locali. Viene così sgominata una banda che, nata nella Locride, era diventata una potenza mondiale del crimine organizzato.
L’operazione è stata condotta dalla Direzione nazionale antimafia e antiterrorismo, mentre l’inchiesta che aveva dato il via è figlia della collaborazione con la Direzione Distrettuale Antimafia di Reggio Calabria, guidata dal procuratore Giovanni Bombardieri e dall’aggiunto Giuseppe Lombardo. Il risultato è dovuto alla prima squadra investigativa comune (“Joint Investigation Team”) costituita da magistratura e forze di polizia di Italia, Paesi Bassi e Germania. Per il nostro Paese hanno partecipato la Procura distrettuale di Reggio Calabria e i reparti della Polizia e della Guardia di finanza.
Nel mirino la ‘ndrangheta e le sue potenti reti di supporto in Europa, necessarie non solo per l’importazione di grandi quantità di droga, ma anche per il riciclaggio dei profitti. Colpiti principalmente gli storici clan di ‘ndrangheta della Locride, pionieri del narcotraffico internazionale. Secondo quanto emerso dalle indagini, questi gruppi avrebbero inondato l’Europa di tonnellate di cocaina, smistata grazie a solide basi logistiche costruite in Germania, Belgio e Olanda e a un’organizzazione turca che si occupava dei doppi fondi dei camion. Adesso almeno trenta di loro sono in manette.