Robert Mueller, procuratore speciale dell’inchiesta giudiziaria sul Russiagate, ha definito “sostanziale” la collaborazione con la giustizia iniziata da Michael Flynn, ex consigliere di Trump per la Sicurezza nazionale, e ha proposto di non infliggergli pene detentive per la cooperazione alle indagini.
Flynn, che aveva ricoperto il ruolo di consigliere del presidente per un brevissimo periodo, si era dimesso dopo soltanto 24 giorni dall’assegnazione dell’incarico, ha fornito “informazioni di prima mano su contenuti e contesti delle interazioni tra il transition team di Trump e il governo russo”, come si legge dal memo che ieri sera il procuratore speciale ha depositato presso il giudice che dovrà emettere la sentenza il 18 dicembre.
Mueller non ha però potuto svelare i dettagli sulle dichiarazioni rese da Flynn, in quanto sono in gran parte coperti da omissis a causa delle indagini ancora in corso. L’ex consigliere ha partecipato a 19 interrogatori dopo che il 1° dicembre del 2017 aveva deciso di collaborare con la giustizia, dichiarandosi colpevole di aver mentito all’Fbi su varie circostanze, tra cui, soprattutto, un suo incontro con l’ambasciatore russo a Washington Sergey Kislyak, ingannando anche il vice Presidente Mike Pence.