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HomeSport Pirateria eventi sportivi, 21 milioni di atti illegali ogni anno

Sport e pirateria
Più di 4 milioni
di italiani non pagano

350 milioni di euro persi in un anno

La Lega seguirà il modello inglese

di Laura Bonaiuti30 Novembre 2018
30 Novembre 2018

Sono circa 4,6 milioni le persone oltre i 15 anni che guardano illegalmente eventi sportivi live. Ben 21 milioni gli atti di pirateria stimati ogni anno. Sono questi i dati che emergono dalla ricerca Fapav/Ipsos, presentata ieri al Convegno “La galassia delle Iptv (Internet protocol television) ilegali. Sport, eventi live e contenuti audiovisivi”.

Gli sport più seguiti online illegalmente sono il calcio (con tre pirati su quattro), poi la Formula 1, Moto GP e tennis e infine basket e sci. Quindi, il boom per gli streaming illegali riguarda soprattutto la Serie A. E la Lega Serie A ora vuole migliori strumenti per bloccare la pirateria. Secondo il Corriere della Sera, nelle prime 10 giornate di campionato gli streaming illegali bloccati sono già 18mila. Dalla stagione 2011/12, cioè da quando è iniziato il monitoraggio, gli streaming irregolari sono quadruplicati.

“È un crimine che non solo danneggia club e tifosi”, ha spiegato Gaetano Micciché, presidente della Lega Serie A, “ma priva il movimento delle risorse necessarie per crescere”. In particolare, a preoccupare è il boom delle Iptv. “L’evoluzione tecnologica fornisce sempre nuove armi ai pirati”, continua Miccichè, “e rende necessarie nuove soluzioni anche dal punto di visto normativo”.

Secondo Tuttosport, il mancato guadagno si aggira in circa 350 milioni di euro all’anno per i titolari dei diritti. Per bloccare il fenomeno la Lega vorrebbe seguire la procedura portata avanti dalla Premier League inglese. Quest’ultima ha infatti ottenuto dalla Corte Suprema un ordine che impone ai principali provider di servizi Internet (ISP) di bloccare i server che ospitano gli streaming illegali delle partite della Premier League. Non serve, quindi, un ordine di un giudice. Il contatto tra i titolari dei diritti e i provider è continuo, tramite la redazione di una “lista nera” di indirizzi IP abusivi.

Una simile idea è stata proposta dal deputato Alessio Butti (Fratelli d’Italia) all’interno di un disegno di legge sulle “Norme di contrasto alla fruizione illegale di contenuti trasmessi o diffusi in diretta tutelati dal diritto d’autore e dai diritti connessi”. Una norma che, se approvata, chiamerebbe in causa l’Agcom.

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