Il vertice dei leader dei 20 paesi industrializzati e dei paesi emergenti in tutto il mondo inizierà tra pochi giorni, tra il 30 novembre e il primo dicembre in Argentina, e sembra che ci saranno proprio tutti: da Donald Trump a Vladimir Putin, da Xi Jinping ad Angela Merkel, da Giuseppe Conte al padrone di casa Mauricio Macri. Nonostante velate minacce, anche l’incontro tra il presidente russo Vladimir Putin e il suo omologo statunitense Donald Trump ci sarà.
“I preparativi proseguono, l’incontro è stato concordato, non abbiamo altre informazioni dalle nostre controparti statunitensi”, ha detto il portavoce presidenziale russo Dmitri Peskov a chi gli chiedeva della possibilità che il vertice russo-statunitense in Argentina potesse essere cancellato, così come paventato da Trump. Il portavoce del Cremlino ha anche detto che Putin si vedrà con il principe ereditario saudita Mohammad bin Salman, sempre a margine del G20. Riflettori puntanti anche sull’incontro fra Trump e Xi-Jinping, visto che secondo il presidente Usa alla Cina vengono concessi troppi sconti sul fronte ambientale.
La prima volta che il mondo si è riunito in questo modo risale al 2008, esattamente dieci anni fa con un obiettivo importante e difficile da raggiungere: salvare l’economia mondiale dalla più grave crisi finanziaria degli ultimi settant’anni. Questa volta c’è una sfida altrettanto importante da portare avanti e i temi del vertice saranno due: cambiamento climatico e commercio con l’estero.
Il vertice si svolgerà però in un clima di tensione perché sono iniziate le assemblee e gli incontri portati avanti da movimenti sociali, organizzazioni politiche popolari, università e partiti progressisti che si oppongono al G20. Il governo argentino ha disposto la completa chiusura della parte della città addossata al Rio de La Plata, che sarà resa inaccessibile al transito privato, compresa la circolazione pedonale.