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Multinazionali Usa in fuga
dai vecchi paradisi fiscali
La nuova destinazione è l'Ue

L'Irlanda è il paese più gettonato

Si muovono Google, Facebook e Apple

di Patrizio Ruviglioni28 Novembre 2018
28 Novembre 2018

Google, McDonald’s, Facebook e non solo: i colossi americani stanno abbandonando gli storici paradisi fiscali a tassazione nulla. Lo riferisce Italia Oggi, con un articolo a firma di Giorgia Pacione Di Bello in cui si sottolinea come quasi tutte le grandi multinazionali a stelle e strisce stiano lasciando i paesi con tassazione vicina allo 0% – come le Isole Cayman e le Bahamas – per disporre le proprie sedi all’interno di giurisdizioni considerate più “legittime” a livello fiscale, come Lussemburgo, Olanda, Irlanda e Singapore.

Questa fuga nasce in risposta alle recenti normative dell’Unione Europea e alle sempre più frequenti indagini condotte da Margrethe Vestager, commissario per la competizione Ue. Nel 2017, infatti, l’Ecofin ha diramato una lista di tutti quei paesi non fiscalmente adeguati agli standard dell’Unione, escludendo dalla lista, però, tutti gli stati membri dell’Unione. Portare, quindi, le proprie sedi fiscali all’interno dei paradisi del vecchio continente i nomi in ballo sono comunque tutti centri off-shore, con l’Irlanda in prima posizione per via del suo 12,5% – consentirebbe alle multinazionali americane di mettersi al riparo dalle multe, e al contempo garantirebbe loro un’occasione per “ripulire” la propria immagine.

Le conseguenze di questa nuova tendenza, in ogni caso, stanno già aggredendo i vecchi paradisi: Panama e Caraibi, ad esempio, hanno perso il 67% delle attività, mentre anche la Svizzera, complici le ultime controverse finanziarie, segna un -7%.

Nello specifico, comunque, Facebook starebbe guardando a Singapore e all’Irlanda – un paese, questo, a cui pensano anche Zara, Google, Apple e Amazon. McDonald’s, invece, da Lussemburgo si starebbe muovendo verso il Regno Unito, dove la aspetterebbe una corporate tax del 27% con probabile abbassamento nei prossimi anni.

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