La Commissione europea crede nel dialogo con il governo italiano, ma preme affinché la legge di bilancio 2019 venga modificata in maniera significativa. I “numerini”, quindi, dovrebbero variare più di quello 0,2% di cui si era parlato nei giorni scorsi.
L’obiettivo della dirigenza europea, secondo vari retroscena giornalistici di oggi, sarebbe quello di avvicinare la soglia del deficit previsto per il prossimo anno dal 2,4% a quel famoso 1,8% che il ministro dell’Economia Giovanni Tria voleva imporre all’esecutivo gialloverde. Comunque non sopra il 2%, in modo tale da non inimicarsi gli altri governi europei, che non vogliono concedere troppo all’Italia.
In mattinata in conferenza stampa a Parigi il commissario agli affari economici, Pierre Moscovici, sembra aver confermato questa linea. “La porta resta aperta, la mano tesa. Le sanzioni sono un fallimento”, ha detto, spiegando tuttavia che la procedura d’infrazione “allo stato attuale sarebbe necessaria”.
Nel frattempo l’esecutivo studia alcuni tagli alle riforme cardine della manovra per venire incontro alle richieste dell’Ue. I vicepremier Luigi Di Maio e Matteo Salvini attendono i conti del Mef, poi stabiliranno le limature. L’ideale sarebbe risparmiare nel 2019 con il rinvio di qualche mese del reddito di cittadinanza ed una platea ristretta di persone che scelgono di andare in pensione con quota 100.
Ma all’Ue questo stratagemma potrebbe non bastare e quindi potrebbe essere necessario un vero restringimento dei beneficiari della riforma pensionistica. Intanto il premier Giuseppe Conte ha parlato di un possibile aumento degli investimenti, sugli edifici scolastici e contro il dissesto idrogeologico, per rilanciare la crescita, qualora dai conti finali dovessero aprirsi ulteriori spazi di bilancio.
Comunque nessun documento verrà inviato a Bruxelles prima dell’ok di Camera e Senato. Secondo Salvini non spetta alla Commissione, ma “al Parlamento (dove ci sono centinaia di proposte di modifica, ndr) approvare la manovra”.