Dopo il commissariamento, Corleone ha di nuovo un sindaco. Nicolò “Ciccio” Nicolosi è stato eletto con il 55% dei consensi. Si è fermato al 27 e al secondo posto, Maurizio Pascucci, candidato grillino “ripudiato” da Luigi Di Maio e prossimo all’espulsione dal Movimento.
Erano elezioni locali, ma le vicende della terra del Padrino travalicano sempre gli stretti passi di montagna e, se sfiorano famosi concittadini come Totò Riina e Bernardo Provenzano, diventano subito un caso nazionale. Questo è puntualmente successo quando il pentastellato Pascucci ha aperto pubblicamente a un dialogo con i parenti dei mafiosi, “per aiutarli in un percorso di recupero e di fuoriuscita dalla zona grigia”, postando una foto con un nipote del boss Provenzano.
L’immagine ha acceso polemiche e imbarazzato il Movimento, spingendo il vicepremier Di Maio ad annullare il comizio previsto venerdì sera a Corleone, a chiedere ai probiviri l’espulsione di Pascucci, e a vietare il simbolo a eventuali eletti. Il candidato “ripudiato” non si è ritirato, affermando che la foto era stata condivisa col meetup locale e con il parlamentare di riferimento del territorio, Giuseppe Chiazzese.
Ma i corleonesi non l’hanno premiato, scegliendo di affidarsi a Nicolò “Ciccio” Nicolosi, già parlamentare regionale di lungo corso, anche con incarichi di Giunta; nel 2001 deputato alla Camera con il centrodestra, e già sindaco del paese tra il 2002 e il 2007.
Entusiasta il primo commento del neo sindaco: “L’esito delle elezioni è una vittoria per la città. I corleonesi si sono svegliati”. A Pascucci resta solo l’amara certezza dell’espulsione in arrivo: “Sarà una formalità”. Il nipote di Provenzano, involontario protagonista della campagna elettorale, si è limitato a dire: “Mi alzo alle cinque con mia moglie per aprire il bar, lavoro e basta. Ma Di Maio che ne sa?”.