Erano in diecimila a partire da piazza della Repubblica sabato scorso. Una manifestazione in occasione della giornata nazionale contro la violenza sulle donne. L’organizzazione, affidata al comitato “Non una di meno”, ha coinvolto associazioni, collettivi e movimenti di tutta Italia. Palloncini rosa, cartelloni contro il governo e contro il maschiIismo, cori che inneggiano alla libertà di genere e al rispetto delle donne.
Il filo conduttore della protesta è stato il tasso di femminicidi (in media uno ogni tre giorni), seguito dalla lotta per la parità di genere e non solo. Infatti questo governo, con il disegno di legge Pillon e quello sulla sicurezza, sta “facendo i tagli sulla pelle delle donne”. Queste le parole di Laura Boldrini, presente al corteo, che prosegue: “Il Ddl sforbicia su tutto quello che riguarda le politiche di genere, e questo è una vergogna. Questa piazza ha anche bisogno di una rappresentanza politica”. “Le donne – continua Boldrini ai microfoni di Lumsanews – stanno facendo l’unico argine di protesta a questo governo, ma non sono solo madamine, anzi sono donne in carne e ossa di tutte le estrazioni sociali che si oppongono a queste politiche oscurantiste e maschiliste”.
Il disegno di legge Pillon prevede che la madre e il padre, quando hanno il figlio con sé, debbano mantenerlo in forma diretta, quindi senza più un assegno mensile definito dal giudice. In più, i bambini devono passare un tempo perfettamente uguale dal padre e dalla madre “senza tenere conto delle vere esigenze del figlio”, come spiega a Lumsanews Cristina del Centro antiviolenza di Milano. Infine, la mediazione tra i genitori diventa obbligatoria e “non più uno strumento che viene scelto dalle persone che vogliono intraprenderlo, specifica Cristina che continua: “Per le donne che escono da situazioni di violenza sarà davvero difficile ancora iniziare un percorso di uscita perché la violenza non viene riconosciuta da questo disegno di legge. Da parte di questo governo c’è anche un attacco alla 194 e agli spazi liberi delle donne”.
Oltre al Ddl Pillon, le donne sono scese in piazza contro il decreto sicurezza: “La rete ‘Non una di meno’ fin dall’inizio si è proposta come movimento a fianco anche delle donne migranti che combattono in prima linea contro tutte le forme di violenza”, afferma Elena, una dei coordinatori della manifestazione, e queste donne prima erano tutelate grazie alla protezione umanitaria. Il decreto sicurezza, eliminando di fatto la protezione umanitaria, “lede la possibilità delle donne migranti di avere strumenti per sottrarsi alle violenze”. In questo modo rischierebbero di essere rimandate nel loro paese e riconsegnate quindi all’ambiente violento da cui volevano fuggire.