Il ddl anticorruzione è stato approvato alla Camera con 288 voti a favore contro 143 contrari, e passa ora al Senato.
Decreto voluto da Alfonso Bonafede, ministro della Giustizia e rappresentante del Movimento 5 Stelle, i grillini hanno esultato dopo i risultati, in contrasto con il silenzio della Lega, contrari all’approvazione. A seguito delle polemiche legate alla “manina” del sottosegretario Giancarlo Giorgetti, accusato dai pentastellati di aver agito contro l’approvazione del decreto in questi giorni, le tensioni tra Lega e M5S continuano a tenere banco. In un’intervista concessa al Fatto Quotidiano, il ministro per il Sud, Barbara Lezzi, ha dichiarato che “L’emendamento passato grazie ai franchi tiratori dimostra che noi e la Lega siamo diversi, innanzitutto sulla legalità. E di certo non siamo alleati”.
Intervenuto in difesa di Giorgetti, il vicepremier e leader del Carroccio, Matteo Salvini, sottolinea che l’incidente è superato e che “Il governo è compatto per risolvere i problemi del Paese”. Dello stesso avviso anche l’altro vicepremier, Luigi Di Maio, che smentisce le accuse del Movimento contro il sottosegretario.
Intervistato da Radio Anch’io, il presidente dell’Anm, Francesco Minisci, ritiene che la riforma della prescrizione “Rischia di peggiorare la situazione se entrerà in vigore da sola. Così si rinvia il problema alle Corti d’appello, già intasate”. Minisci conferma le sue perplessità su alcuni elementi del ddl anticorruzione, in particolare sul Daspo e sulla introduzione dell’agente sotto copertura.
Critico anche Giorgio Mulè, portavoce di Forza Italia a Camera e Senato: “Questo provvedimento elimina dal nostro ordinamento un principio fondamentale, ossia la presunzione di innocenza, e ne inserisce un altro, la presunzione di colpevolezza. E’ un passo ulteriore verso la morte dei diritti del nostro Paese”.