Si scrive All Blacks, si legge rugby. Qualunque appassionato di sport, talvolta anche senza conoscere le regole di base del mondo del pallone ovale, ha sentito parlare dei campioni neozelandesi. La loro notorietà può essere paragonata agli Yankees di New York nel baseball, al Real Madrid nel calcio e alla Ferrari nella Formula 1.
L’amichevole contro l’Italia che verrà messa in scena all’Olimpico di Roma sabato alle 15 ha più il sapore dell’evento spettacolare che di una vera e propria gara agonistica. Il fascino esercitato dagli All Blacks è accentuato oltre che dai due campionati iridati consecutivi vinti (mai nessuno come loro, in nessun altro sport di squadra), anche dalla famosa “Haka”, danza tipica della etnia maori, che i rugbisti ballano prima di ogni partita. Tant’è che sono già stati venduti 57mila biglietti per l’appuntamento. Insomma, il pubblico delle grandi occasioni attende la schiacciasassi neozelandese, che però sabato scorso ha perso per 16 a 9 a Dublino contro l’Irlanda.
Dopo il secondo ko in due mesi, il tecnico degli All Blacks cambierà ben undici quindicesimi della sua squadra. Steven Hansen ha però ribadito la presenza in campo di Beauden Barrett e Damian Mckenzie. La scelta è stata motivata dall’allenatore in conferenza stampa, dove ha spiegato che i due giocatori saranno sicuramente protagonisti del prossimo mondiale, previsto per il 2019, in terra nipponica.
Sul fronte italiano, Conor O’Shea dovrà rinunciare all’infortunato Mattia Bellini, che verrà sostituito da Luca Sperandio. Al posto di Carlo Canna in panchina siederà invece Edoardo Padovani, pronto a subentrare a partita in corso. Dalle dichiarazioni del c.t. azzurro si intravede l’emozione di sfidare la Nuova Zelanda: «Gli All Blacks sono come il Brasile nel calcio, una partita che tutti vogliono giocare».