È morto Igor Korobov, capo dei servizi segreti militari russi del Gru. Il decesso, avvenuto mercoledì notte, è stato annunciato dal ministro della Difesa russo a seguito di “una lunga e grave malattia”. Secondo Meduza, giornale lettone, le cose sarebbero però andate in modo diverso. Korobov, sostiene il quotidiano, si sarebbe ammalato poco dopo una sfuriata ricevuta da Vladimir Putin nel settembre scorso, quando il servizio militare russo era al centro di una serie di inchieste che avevano ricondotto al Gru l’identità degli avvelenatori di Sergej Skripal (ex agente segreto sovietico).
Altra coincidenza è che proprio Korobov aveva sostituito alla guida del Gru, nel 2016, Igor Sergun morto a neanche 60 anni, anche lui improvvisamente.
I loro nomi sono stati aggiunti, proprio per le dinamiche legate alla loro scomparsa, alla lista di morti sospette in Russia compilate da un organismo indipendente inglese che si occupa dell’analisi di politiche pubbliche.
Igor Korobov era entrato nelle forze armate nel 1972 e nell’intelligence militare russa dal 1985. Ha vissuto accanto a Putin, che era nel Kgb, la stagione della caduta del Muro e la successiva riorganizzazione dei servizi segreti russi.
Lo stesso anno in cui era stato nominato capo del Gru, era stato inserito dagli Stati Uniti nella lista di personalità russe sottoposte a sanzioni e restrizioni di vario genere.
Durante il suo comando, i militari russi avevano compiuto attacchi cyber informatici hackerando e diffondendo documenti appartenenti alla campagna elettorale di Emmanuel Macron.
Michael Carpenter, grande esperto americano di politica russa, ha commentato: “L’aspettativa di vita per chi fa il capo del Gru è significativamente bassa, anche se va detto che è bassa l’aspettativa di vita in generale in Russia”.