La Pallacanestro Cantù cade in casa con la Victoria Libertas di Pesaro, 87 a 90, ma non vuole arrendersi. La squadra acquistata nel 2015 dal magnate ucraino Dmitrij Gerasimenko vive un momento di grande incertezza, dopo la sua decisione di voler mettere in vendita la società sportiva a costo zero. Rimangono infatti soltanto sette giorni alla scadenza del pagamento della rata relativa alle tasse federali.
Nella gara di ieri non è mancato il sostegno morale alla squadra che nonostante le difficoltà staziona a metà classifica nella massima serie e rappresenta una piazza storica della pallacanestro italiana. Sugli spalti a tifare i biancoblu ieri erano presenti anche grandi ex, come Marzorati, Riva e Bruno Arrigoni. Pure l’allenatore della Vuelle, la squadra avversaria di Cantù nel posticipo di ieri, ha dichiarato che “sarebbe una sconfitta per tutti se sparisse la Pallacanestro Cantù”.
Il supporto più importante potrebbe però arrivare dai tifosi. Tra i 4000 ieri al PalaDesio, era presente sulle gradinate anche tutto il Tic (Tutti insieme per Cantù), questo il nome dello sponsor legato all’azionariato popolare, pronto a supportare una società in gravi difficoltà economiche. Gli emolumenti ai tesserati dovevano essere accreditati entro lo scorso 10 novembre, ma ad oggi la situazione non si è ancora sbloccata.
Il governo russo ha fermato nell’ottobre di quest’anno la produzione delle acciaierie di Gerasimenko, dichiarandola fallite e generando un autentico allarme sul destino della squadra brianzola. Il magnate russo si è sempre dimostrato un personaggio sui generis ma se non si troveranno soluzioni sarà decretata la fine in anticipo della stagione per i biancoblu. Potrebbe così ridursi a quindici il numero delle squadre partecipanti alla serie A maschile. Non sarebbe la prima volta ma sarebbe di sicuro il fallimento di una speranza che ancora alimentano i numerosissimi tifosi della Pallacanestro Cantù.