Sviluppo, strategia e sicurezza. Sono questi gli elementi che hanno permesso alla società italiana Eni di aggiudicarsi per la prima volta nella storia un accordo con Abu Dhabi per la fornitura di gas nella zona del Golfo persico. Il 13 novembre l’azienda italiana ha firmato un contratto con la compagnia Adnoc con oggetto una quota pari al 25% in una mega concessione, la Gasha, per utilizzare tre giacimenti e riserve di gas.
L’intesa rappresenta «la fiducia del nostro modello upstream, basato sull’integrazione dell’esportazione e dello sviluppo», ha commentato l’ad Eni Claudio Descalzi.
L’ottimismo nei confronti dell’azienda italiana trova la sua ragione nei progressi palesati in Egitto, dove in meno di due anni è riuscita a creare il più grande giacimento di gas del mediterraneo, lo Zohr, detenendo oltre l’85% delle quote azionarie. In una zona così ricca di risorse e al centro di trattative economiche con le maggiori potenze mondiali, avere una posizione di privilegio e collaborazione con i leader locali quali Haftar (Libia) e Al Sisi (Egitto), significa per l’Italia riequilibrare i rapporti nello scacchiere libico e contrastare l’espansione francese da sud dove esistono importanti giacimenti ancora inesplorati.
A riprova dei solidi rapporti con gli Emirati Arabi, ieri l’emiro del Qatar Tamim bin Hamad al-Thani ha incontrato al Quirinale il presidente Mattarella discutendo di politica estera sui fatti accaduti nei giorni scorsi in Libia in continuità con quanto avvenuto nella conferenza di Palermo.
Oggi invece ci sarà un summit con il premier Conte a Villa Doria Pamphilj. In questa occasione ci sarà la firma degli accordi sulla sanità, in ambito agroalimentare, della ricerca e dello sport. Il Qatar, infatti, ha messo a disposizione le sue strutture sportive per gli allenamenti delle squadre di calcio italiane al fine di testare le strutture e prepararsi al meglio in vista dei prossimi mondiali.