Un’altra bufera si abbatte sulla nave Aquarius di Medici senza Frontiere, già protagonista della controversia con il vicepremier Matteo Salvini la scorsa estate per presunto favoreggiamento dell’immigrazione. Dopo la conclusione in un nulla di fatto delle indagini condotte dalla Procura di Catania, che ha cercato di riconoscere la complicità della Ong nel traffico di esseri umani, ora si guarda allo smaltimento illecito dei rifiuti nei porti siciliani da parte delle navi impiegate in operazioni umanitarie.
Oggi il gip di Catania Carlo Cannella, su richiesta del procuratore Carmelo Zuccaro, ha disposto il sequestro della nave Aquarius di Msf. Negli atti dell’inchiesta “Borderless” della Procura di Catania, si leggono accuse pesanti rivolte alle Ong, secondo cui, negli ultimi due anni e mezzo in 44 sbarchi, avrebbero smaltito illecitamente 24 tonnellate di rifiuti pericolosi, con un risparmio di costi di 460 mila euro, cifra corrispondente al sequestro della nave Aquarius.
Per decisione del Procuratore di Catania, che ha riconosciuto come i “rifiuti pericolosi a rischio infettivo, sanitari e non, siano stati scaricati in maniera indifferenziata nei porti italiani come se fossero rifiuti urbani”, sono state iscritte nel registro degli indagati 24 persone. Secondo l’accusa i soggetti coinvolti, a vario titolo, avrebbero “sistematicamente condiviso, pianificato ed eseguito” il progetto di smaltimento illegale dei rifiuti.
Il caso diventa subito politico: Msf condanna con forza la decisione delle autorità giudiziarie italiane, definendola sproporzionata e strumentale, tesa a criminalizzare ancora l’azione in mare della Ong; mentre Salvini, con un tweet, afferma: “Ho fatto bene a bloccare le navi delle Ong: ho fermato non solo il traffico di immigrati ma da quanto emerge anche quello di rifiuti”.