Un gioiello, il simbolo della rinascita distrutto in una notte. Il polo della Città della Scienza di Bagnoli è stato raso al suolo da un rogo divampato la scorsa notte. L’area museale e scientifica più importante di Napoli, riportata a nuova vita dopo anni di inquinamento e degrado ambientale, era una struttura che ospitava incubatori d’impresa, un centro congressi e una serie di esperimenti pratici per spiegare la scienza a migliaia di studenti.
Tre squadre di vigili del fuoco sono ancora al lavoro per ultimare le operazioni di spegnimento dell’incendio che ha distrutto quattro dei sei padiglioni. Danneggiato in parte anche un quinto. L’allarme era stato dato da un custode alle 21,40. La struttura era chiusa, come tutti i lunedì. A bruciare sono stati gli ex capannoni industriali della Perfosfati-Fertilgest, risalenti ai primi del ‘900, e della vetreria LeFevre, del primo ‘800, monumenti di archeologia industriale recuperati e restaurati. Dall’incendio si sono salvati solo il Teatro delle nuvole e il complesso per i convegni. Ad alimentare le fiamme soprattutto la presenza di legno nel polo scientifico.
La procura di Napoli ha aperto un fascicolo d’inchiesta e sottoposto a sequestro l’area mentre la polizia scientifica sta eseguendo i primi rilievi. Al momento non si esclude né la pista dolosa né l’incendio accidentale, anche se di ora in ora prende più consistenza l’ipotesi di dolo. Alcuni testimoni parlano di più punti di innesco del rogo ma le cause potranno essere accertate unicamente dopo che l’incendio sarà del tutto domato. L’ombra di un attentato si fa strada soprattutto alla luce della precaria situazione economica della “Città della Scienza”: i 160 dipendenti erano in attesa di stipendio da 11 mesi. Una situazione drammatica visto che la vita del centro scientifico dipende da finanziamenti regionali e del Miur.
All’ipotesi di incendio doloso pensa pure il sindaco de Magistris: “Mi sembra che dietro le fiamme ci sia una mano criminale, ora dobbiamo affidarci alla magistratura per indagini il più approfondite possibili. È un lutto per la cultura al di là del fatto che non ci sono state perdite umane”.
Una storia, quella della città della Scienza, iniziata 12 anni fa. La struttura è nata da un’idea di Vittorio Silvestrini, fisico e docente dell’ateneo “Federico II”, attuale presidente della Fondazione Idis, cui fanno capo 80 dei 160 dipendenti del polo culturale. Un esperimento ben riuscito come dimostrano i dati: il centro infatti vanta 350mila visitatori l’anno e nel2011 hafatturato 6,5 milioni di euro. Intanto già si pensa ad un grande concerto da organizzare nel vicino arenile per raccogliere fondi da destinare alla ricostruzione della struttura.
Federica Macagnone