I carabinieri del Noe hanno messo in atto una serie di sequestri e perquisizioni negli uffici italiani della Tap, la multinazionale che in Salento, a Melendugno, sta preparando la costruzione dell’approdo di un gasdotto che unirà l’Azerbaijan all’Europa. L’intervento dei militari ha avuto luogo in seguito ad alcune analisi effettuate nei laboratori pugliesi, che hanno riscontrato una concentrazione di nichel, arsenico e cromo all’interno delle falde acquifere circostanti il cantiere, che supera ampiamente la soglia prevista.
L’ipotesi di reati ambientali ha mosso il procuratore della Repubblica Leonardo Leone De Castris e il Pm Valeria Farina Valori che hanno disposto le operazioni di sequestro della documentazione aziendale che i carabinieri hanno effettuato nelle sedi Tap di Lecce, Roma, Milano e Padova. L’inchiesta che va delineandosi s’inserisce in un filone d’indagine più ampio che comprende anche i reati di truffa e violazione urbanistica.
Al momento sono indagati il country manager Michele Mario Elia, l’ex amministratore legale Clara Risso il project manager Gabriele Paolo Lanza. In seguito ai risultati scientifici relativi alla condizione delle falde acquifere, il sindaco di Melendugno, Marco Potì, ha sospeso l’emungimento dell’acqua dai pozzi sino al prossimo 24 luglio.