Una disgrazia quella avvenuta nella notte ad Aymavilles, piccolo paese a pochi kilometri da Aosta. Un’infermiera del reparto di cardiologia dell’ospedale di Aosta, Marisa Charrère, 48 anni, ha ucciso i suoi due figli di sette e nove anni e poi si è tolta la vita. Secondo una prima ipotesi formulata dagli inquirenti, la donna avrebbe praticato sui figli un’iniezione letale usando alcuni farmaci a base di potassio, sostanza che viene utilizzata per le esecuzioni capitali negli Stati Uniti, sottratti dall’ospedale in cui lavora.
Nel corso del sopralluogo, gli inquirenti hanno trovato due lettere scritte da Marisa prima di praticare l’iniezione sui figli, nelle quali l’infermiera si doleva del peso insopportabile delle avversità della vita. Forse un riferimento al passato doloroso della donna, che ha perso in giovane età il padre in un incidente stradale e, nell’inverno del duemlia, anche il fratello, morto mentre sgomberava la neve sulla strada regionale di Cogne.
Ad allertare le forze dell’ordine è stato il marito della donna, Osvaldo Empereur, agente del corpo forestale della Valle d’Aosta. Rientrato a casa da lavoro dopo mezzanotte, ha trovato i corpi dei suoi familiari ed ha subito chiesto aiuto. Sul posto è intervenuta la squadra mobile della questura di Aosta, coordinata dal pm Carlo Introvigne, che in mattinata ha ordinato al medico legale Mirella Gherardi di effettuare le autopsie sui tre corpi.
“Il paese è sgomento, c’è solo tanto dolore”, queste le parole del sindaco di Aymavilles Loredana Petey. Lo stesso primo cittadino ha commentato in lacrime l’accaduto, invitando tutta la comunità a “stringersi intorno a questa famiglia”. Si aggiunge al cordoglio anche il vicesindaco, Fedele Belley: “Una famiglia normale, che partecipava alla vita sociale del paese attraverso il volontariato”, ha commentato.