La giornata di oggi vede Piazza Affari in difficoltà. I primi scambi confermano l’avvio negativo delle Borse europee dopo che la Fed ha riaffermato che continuerà ad aumentare i tassi di interesse, aprendo la porta ad una nuova stretta in dicembre.
La peggiore è Milano, con un crollo dell’indice Ftse Mib dell’1,2%. Seguono Madrid con un calo dello 0,9%, Parigi e Francoforte con lo 0,7% e Londra che cede lo 0,6%.
In una fase di braccio di ferro con l’Unione Europea sulla manovra, pesano su Piazza Affari anche il ritorno delle tensioni sui titoli di Stato italiani e diverse trimestrali deludenti, che colpiscono tra i gruppi principali Tod’s (-6,6%), Leonardo e Fincantieri (-6% per entrambe), e Tim, che scivola del 4% dopo la diffusione dei conti dei primi nove mesi, in rosso per 800 milioni di euro, e la svalutazione dell’avviamento domestico per 2 miliardi. A causa di questo, l’azienda non ha scambiato in borsa per alcuni minuti.
In calo anche Banco Bpm e Azimut che oscillano anch’essi attorno a un calo di quattro punti percentuali, mentre sono in rialzo dell’1% Italgas e Snam.
Fuori da Ftse Mib, va male Banca Carige (-4,8%) che la prossima settimana presenterà i conti e soprattutto dovrà dare indicazioni sulle misure di rafforzamento di capitale.
Bene infine Unipol (+1,1%) e Salvatore Ferragamo (+2,5%), che nell’ultimo trimestre ha visto ricavi in aumento del 3,9%.
Lo spread tra Btp e Bund torna sopra i 300 punti base, dopo che ieri aveva chiuso a 294. Il rendimento decennale è al 3,43%.
Per quanto riguarda i mercati azionari asiatici, sono in ribasso dopo il risultato post-elettorale di Wall Street. I listini cinesi risentono del calo delle banche da quando il governo di Pechino ha iniziato a pensare all’imposizione di una quota dei nuovi prestiti destinata alle imprese private, con il rischio che il sistema possa accumulare npl.