“La norma sulla prescrizione sarà nel disegno di legge anticorruzione: entrerà in vigore da gennaio 2020”. Matteo Salvini annuncia il buon esito del vertice di governo sulla revisione dell’istituto giuridico che regola gli effetti del trascorrere del tempo in sede processuale. Nell’incontro di Palazzo Chigi, cui hanno partecipato il premier Giuseppe Conte, l’altro vice Luigi Di Maio e il Guardasigilli Alfonso Bonafede, sono stati sciolti i nodi sulla norma che stava mettendo in crisi l’alleanza che sostiene l’esecutivo. “O si trova un accordo, o salta il contratto di governo” aveva paventato solo questa mattina il leader 5 Stelle in un’intervista al Fatto Quotidiano.
Un rischio evitato, nonostante la revisione della norma – che prevede il blocco della prescrizione dopo il primo grado di giudizio – sarà valida solo tra 14 mesi. “Anche se dovesse cadere il governo la norma cambierà”, rassicura il ministro dei Rapporti con il Parlamento del M5S, Riccardo Fraccaro, all’uscita da Palazzo Chigi. “Sarà approvata insieme alla riforma del processo penale, all’esame del Senato dalla prossima settimana” ha rilanciato Salvini.
Può esultare il responsabile della Giustizia Bonafede: “L’emendamento non si tocca. Sarà un cambiamento epocale”. Il ministro è stato anche l’incolpevole innesco di una rissa in Commissione Affari Costituzionale: mentre era in corso il dibattito sull’inserimento della revisione della prescrizione nel ddl anticorruzione, un esponente dell’opposizione ha inserito nel circuito l’audio della diretta Facebook del Guardasigilli. Dopo diversi minuti di parapiglia, in cui solo l’intervento di alcuni commessi ha evitato la rissa tra parlamentari di maggioranza e opposizione, la commissione ha dato il via libera alla norma. Molto critici Pd e Forza Italia: “La montagna ha partorito un topolino mascherato da obbrobrio giuridico” ha dichiarato Anna Maria Bernini, presidente dei senatori forzisti.