A Casteldaccia, in Sicilia, sono in centinaia ad accompagnare i 9 feretri delle vittime della tragedia di sabato scorso, quando due famiglie sono rimaste intrappolate in una villetta travolta dalla piena del fiume Milicia. In centinaia a onorare la memoria soprattutto dei più piccoli come Federico Giordano, 15 anni, morto per salvare, senza riuscirci, la sorellina Rachele di appena un anno. La bambina è in testa al corteo dentro una bara bianca ricoperta di fiori e peluche, mentre al cielo si alzano i cori “Federico sempre nel cuore”.
Il ministro delle Infrastrutture Danilo Toninelli ha confermato un Consiglio dei Ministri giovedì o venerdì e da Rapallo ha dichiarato che i danni sino ad ora ammonterebbero, in tutta Italia, a più di 3 miliardi di euro. Il ministro ritiene di potere attivare il fondo di solidarietà dell’Unione europea.
Undici sono le regioni che hanno richiesto lo stato di emergenza: Veneto, Liguria, Friuli Venezia Giulia, Sicilia, Lazio, Sardegna, Calabria, Toscana, Emilia Romagna,
Lombardia e Trentino Alto Adige.
La pioggia continua a fare danni, come è successo oggi a Torino dove la piena del Po ha messo sott’acqua tutto il lungofiume dei Murazzi.
Il Codacons ha denunciato il sindaco di Casteldaccia per “omissione di atti d’ufficio in relazione al mancato abbattimento dell’abitazione” dove sono morte le 9 persone. La polemica si estende in tutta Italia: “Ci è voluta la catastrofe nelle montagne bellunesi per costringere il ministro Toninelli a venire a Venezia”, ha affermato il deputato veneziano del Pd Nicola Pellicani. Il vice presidente della Camera Fabio Rampelli rincara: “Ogni volta che c’è una tragedia si torna a parlare dell’emergenza abusivismo edilizio che in realtà non è un’emergenza dato che in Italia ci sono oltre un milione di manufatti abusivi”. E il presidente della Regione Toscana Rossi: “Salvini specula anche sul fango, dalla sua manovra finanziaria sono scomparsi i finanziamenti per la difesa del suolo e la riduzione del rischio idrogeologico”.