Il testo della manovra è stato chiuso ieri durante l’incontro a palazzo Chigi tra il premier Giuseppe Conte e il ministro dell’economia Giovanni Tria, in tarda serata sono circolate le prime indiscrezioni sui dettagli della nuova bozza: gli articoli sarebbero saliti a 115, inseriti in ritardo ma confermati il reddito di cittadinanza e le pensioni con quota 100, introdotta anche la flat tax per le lezioni private dei professori, ridotto il bonus studenti e previsto l’assegnamento di un terreno demaniale a chi fa il terzo figlio. La manovra è pronta per essere valutata e votata.
Oggi il ministro ministro dell’Economia Giovanni Tria vedrà gli eurodeputati della commissione Affari economici, mentre la legge si trova alla Ragioneria dello Stato, pronta per approdare alla Camera già domani. Le opposizioni auspicano un cambiamento importante, mentre la maggioranza, fin qui apparsa granitica sul tema, resta ferma sulle proprie idee nonostante le critiche arrivate da Bruxelles e le perplessità delle agenzie di rating.
“Per quota cento il nostro obiettivo è febbraio, mentre per il reddito di cittadinanza servirà qualche mese in più”, ha dichiarato il sottosegretario delle Infrastrutture Armando Siri, della Lega, confermando la necessità di successivi provvedimenti ad hoc per i temi centrali della legge di bilancio. “La manovra non piace all’Europa e non piace nemmeno agli italiani”, ha sentenziato l’ex premier Silvio Berlusconi, sottolineando che, dal suo punto di vista, la nuova legge aumenta il debito per puro assistenzialismo e non per risollevare la crescita o creare posti di lavoro. Gli fanno eco Susanna Camusso, segretaria della Cgil, che definisce la manovra “poco espansiva” e il vicepresidente di Confindustria Guido Pedrollo, che non riesce a leggere “una particolare visione” ma solo “misure tagliate qua e là”.