“Se gli Usa dovessero dispiegare i missili di medio raggio in Europa, la Russia sarebbe costretta a prendere di mira i paesi che li ospitano”. Continua la polemica a distanza tra il presidente della Federazione russa Vladimir Putin e l’omologo statunitense Donald Trump. Putin ha lanciato un duro avvertimento all’inquilino della Casa Bianca che, lo scorso 20 ottobre, aveva manifestato l’intenzione di far uscire gli Usa dal Trattato sul disarmo e sul controllo delle armi nucleari “a meno che Russia e Cina non vengano da noi e dicano: ‘Facciamoci tutti intelligenti e nessuno di noi sviluppa nuove armi nucleari’”.
Arriva ora la risposta di Putin, che mette pressione agli alleati europei: “Il mondo sarà più pericoloso. Non capisco perché ci sia bisogno di portare l’Europa a un grado di sicurezza così ridotto”. Il presidente russo ha dichiarato che parlerà con Trump della questione a Parigi, il prossimo 11 novembre, in occasione delle celebrazioni del centenario della fine della Prima guerra mondiale.
La Nato però è in allarme. Da oggi al 23 novembre avrà luogo in Norvegia “Trident Juncture”, definita dal segretario generale dell’Alleanza atlantica Jens Stoltenberg “la più grande esercitazione militare dalla fine della Guerra Fredda”. Alle manovre parteciperanno 50mila militari, 10 mila veicoli, 65 navi e 250 aerei di trentuno paesi: i 29 della Nato, più Svezia e Finlandia. “L’esercitazione sarà un test sulla nostra capacità di recuperare la sovranità di un alleato dopo un atto di aggressione militare”, ha aggiunto Stoltenberg, specificando che si vuole inviare un messaggio chiaro “a qualsiasi potenziale aggressore”. Il riferimento alla Russia, che a metà settembre ha svolto in Siberia la più imponente esercitazione dal 1981, è chiaro. Se a Parigi Trump e Putin non troveranno un accordo, la tensione continuerà a salire.