È scomparso lo scorso venerdì a Tokyo, a causa di un infarto, all’età di ottanta anni, Keiichiro Kimura, regista e disegnatore giapponese, creatore di alcuni cartoni animati tra i più celebri a cavallo tra gli anni settanta e ottanta.
L’ “Uomo Tigre” e “Mimì e la nazionale di pallavolo”, tra le sue creazioni, sono quelle che in Italia hanno riscosso maggiore successo. Iniziò a lavorare come disegnatore alla Toei Animation, una delle aziende leader nel settore dell’animazione in Giappone, dopo aver letto un annuncio su un giornale, inizialmente come intercalatore per due lungometraggi. Divenne ben presto character designer, ed esordì nelle vesti di supervisore dell’animazione lavorando all’opera: “ L’Uomo Tigre”. Il tratto distintivo dell’opera di Kimura è la resa spettacolare delle movenze forti e potenti di Naoto Date, il wrestler protagonista dell’anime, tramite l’espediente delle dimensioni del ring, immaginato quasi come un campo da calcio. Dopo il grande successo raggiunto grazie al cartone che ha fatto immedesimare milioni di ragazzini nei panni del lottatore in maschera, ha continuato a lavorare fino al 2002 come direttore delle animazioni, collaborando alla serie Mobile Suit Gundam SEED.