HomeCronaca Tutto pronto per il Conclave, probabile inizio l’ 11 marzo. Già a Roma una ottantina di cardinali “elettori”

Tutto pronto per il Conclave, probabile inizio l’ 11 marzo. Già a Roma una ottantina di cardinali “elettori”

di Mariangela Cossu28 Febbraio 2013
28 Febbraio 2013

Il conclave è vicino. Una volta stabilita la data della convocazione (il conclave è una cerimonia segretissima, in cui i cardinali rinnovano il giuramento di fede e non potranno avere alcun contatto con l’esterno), inizieranno le fasi dell’elezione del nuovo pontefice a Roma. Ieri, prima di lasciare il Vaticano per Castelgandolfo, Benedetto XVI ha incontrato il Collegio cardinalizio (presenti 144 cardinali) raccomandando a quegli 82 “elettori” del conclave “totale obbedienza e reverenza al futuro Papa”. La convocazione delle Congregazioni generali dei porporati, che precedono il “cum clave”, partirà il primo marzo anche se  la data più probabile dell’inizio del conclave potrebbe essere effettivamente quella di lunedì 11.

L’ipotesi più accreditata infatti è che l’ “erga omnes” possa esser pronunciato  proprio lunedì 11 marzo. È plausibile che il confronto e le consultazioni tra gli alti prelati alle Congregazioni durino tutta la settimana. Sarà lo stesso Collegio a decidere, con voto a maggioranza, la sua data di inizio. Con un certo numero di votazioni al giorno, già nell’arco di quella settimana potrebbe esserci il nome del nuovo Papa, che potrebbe così già celebrare la messa di insediamento la domenica successiva. Una linea su cui in molti convergono e che vedrebbe il successore di Ratzinger già nel pieno delle sue funzioni per la settimana di Pasqua. Il Motu Proprio con le nuove regole pubblicato lo scorso lunedì da Benedetto XVI ha aperto la strada a un anticipo del conclave, che inizialmente era previsto per metà marzo a non meno dei canonici 15 giorni dall’avvio della sede vacante, e ora si delineano meglio le scadenze e le date possibili. Forte di 11 cardinali, la componente statunitense del prossimo Conclave è la più consistente dopo quella italiana. Anche per questo molti vaticanisti inseriscono Timothy Dolan, vescovo di New York e capo della chiesa cattolica nordamericana, tra i favoriti alla successione di Benedetto XVI.
I papabili. L’idea più suggestiva  in assoluto sembra essere quella dell’arcivescovo di Manila, Luis Antonio Gokim Tagle, un nome emergente del Collegio cardinalizio, un autorevole teologo, che è anche il secondo Porporato più giovane nella Cappella. Enfant prodige del collegio cardinalizio, a cinquantacinque anni Tagle ha incantato i colleghi con i suoi interventi al Sinodo di ottobre, coniugando maturità teologica ed energie anagrafiche.
Gli scandali e le polemiche. Dopo le dimissione del Cardinale O’Brien  per presunti abusi sessuali a danno di tre seminaristi, si riapre il fronte caldo pedofilia. Il caso più eclatante, è stato, senza dubbio, quello del cardinale Roger Mahony: l’ex arcivescovo di Los Angeles invitato a gran voce da molti gruppi a restare a casa, rinunciando a partecipare alla votazione per il nuovo Pontefice. Ma il cardinale californiano non è l’unico che in questi giorni è stato chiamato a testimoniare su casi di abusi sessuali. Sul banco degli imputati anche Dolan, ascoltato a porte chiuse sui casi di pedofilia verificatisi nella diocesi di Milwaukee, in Wisconsin e sospettato di aver occultato (anche in un fondo per la gestione dei cimiteri) una parte del patrimonio della diocesi (120 milioni di dollari) che andava, invece, messo a disposizione delle autorità che avevano deciso una serie di indennizzi a favore delle vittime. C’è anche l’ex arcivescovo di Filadelfia Justin Rigali, che arriva a Roma inseguito dall’ombra dello scandalo: formalmente ha lasciato l’incarico per motivi di età, ma secondo molti è stato “dimissionato” per aver ignorato le responsabilità di 37 preti pedofili.

Mariangela Cossu

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