“Non ci saranno né patrimoniali né prelievi dai conti correnti degli italiani”. Così il vicepremier e ministro dell’Interno Matteo Salvini ha risposto dai microfoni di Radio Radicale a chi gli chiedeva se il governo stesse immaginando interventi drastici in caso di peggioramento dei conti italiani. “Non chiederemo le fedi nuziali per salvare il Paese e non abbiamo intenzione di prelevare dai conti correnti; fa tutto parte della fantasia”. Sembra scongiurata dunque l’ipotesi di una tassa patrimoniale per sostenere il costo della nota di aggiornamento al Def.
Il governo quindi tira dritto con la manovra, che nel complesso vale 36,7 miliardi. L’allarme però, dopo quelli di Bankitalia e dell’Ufficio parlamentare di bilancio, è stato rilanciato nella serata di ieri dall’agenzia di rating Fitch. “Rischi considerevoli per i target della manovra, specie dopo il 2019 – si legge in una nota –. I dettagli della politica di bilancio e la messa in pratica rimangono un elemento chiave della nostra valutazione sul rating sovrano”. Il risultato è che dall’attuale BBB, cioè due gradini sopra il livello denominato “spazzatura” con prospettive negative, dopo la manovra economica, il giudizio sull’Italia potrebbe peggiorare.
Questo perché gli obiettivi della nota di aggiornamento al Def puntano a una riduzione del deficit nel 2020 pari al 2,1 per cento del Pil. Previsione che si scontra con quella fatta da Fitch che vede il dato più vicino al 2,6 per cento. Il risultato è che questa differenza potrebbe contribuire in maniera decisiva all’innalzamento del rapporto tra debito e Pil: 129,8 per cento entro la fine del 2021. Duro il commento alla nota dell’agenzia di rating da parte del vicepremier Luigi Di Maio: “Noi vogliamo essere promossi dai cittadini, non da altri. È bene che chi ha promosso altri governi bocci noi”.
Intanto lo spread continua a salire. Il dato aggiornato del differenziale tra btp italiani e bund tedeschi oggi supera il 308 con una variazione del +4.58. Ma il presidente del Consiglio Giuseppe Conte, che ieri ha incontrato a Palazzo Chigi gli amministratori delle maggiori aziende partecipate italiane, non sembra preoccupato: “Conosciamo bene i fondamentali della nostra economia e siamo fiduciosi che il differenziale potrà scendere e sarà tutto sotto controllo”.