È stato condannato a 12 anni per i reati di strage aggravata dall’odio razziale e porto abusivo d’arma Luca Traini, il ragazzo di 29 anni che ha sparato a Macerata contro tre migranti lo scorso febbraio. Lo ha deciso la Corte d’assise di Macerata, accogliendo la richiesta della Procura della Repubblica della città. Alla pena si aggiungono anche tre mesi di libertà vigilata e il risarcimento, ancora da quantificare, per le parti civili.
“Ho avuto un’infanzia difficile, ma non sono né matto né borderline”, ha detto prima della sentenza Traini, leggendo una sua lettera: “Il mio gesto non è collegato al colore della pelle, un poco di buono può essere sia bianco, sia nero”. Ma questo pentimento non ha fermato i giudici che hanno riconosciuto l’aggravante dell’odio razziale. “La sentenza mi lascia l’amaro in bocca, non solo per l’entità della pena, ma per la ritenuta sussistenza di una fattispecie come quella della strage”, ha detto il legale di Traini, Giancarlo Giulianelli, che si aspettava “una pena intorno ai 10 anni”.
A Radio Anch’io il ministro dell’Interno Matteo Salvini ha risposto alla domanda di un ascoltatore che gli aveva chiesto per quale motivo avesse commentato l’arresto del sindaco di Riace, Domenico Lucano, ma non la condanna di Luca Traini: “La violenza non è mai la risposta, che sia violenza bianca, gialla rossa o nera: se va in giro a sparare agli immigrati, deve andare in galera, se uno sfrutta l’immigrazione clandestina e le leggi sull’immigrazione e un pm lo mette agli arresti, non sorrido”.
Traini si trova ora nel carcere di Ancona, ma era stato trasferito temporaneamente nella casa circondariale emiliana dopo essere andato su tutte le furie il 7 giugno scorso. A suscitare la sua rabbia, la notizia della caduta delle accuse di omicidio nei confronti di Lucky Awlima e Desmond Lucky, due dei tre ragazzi nigeriani inizialmente arrestati per l’uccisione della giovane Pamela Mastropietro.