“Parlo con persone sobrie, che non fanno paragoni che non stanno né in cielo né in terra”. Risponde così il vicepremier Matteo Salvini alla giornalista di La7 che gli chiede di commentare le dichiarazioni di Jean Claude Juncker. Il presidente della Commissione europea aveva paventato, nei giorni scorsi, il rischio di uno scenario simile alla Grecia per l’Italia. Se lo spread tocca quota 300 punti base, la colpa sarebbe tutta dell’Unione europea secondo Salvini, che punta il dito contro Bruxelles per le reazioni dei mercati al Def italiano.
Il ministro degli Interni continua in serata su Twitter: “In Italia nessuno si beve le minacce di Juncker, che ora associa il nostro Paese alla Grecia. I diritti al lavoro, alla sicurezza e alla salute dei nostri cittadini sono priorità del governo e andremo fino in fondo. Non ci fermeranno”. Un riferimento neanche troppo velato, al presunto abuso di alcolici da parte del presidente della Commissione europea. “Prima di aprire bocca dovrebbe bere due bicchieri d’acqua – continua Salvini – e smetterla di spargere minacce inesistenti. Oppure gli chiederemo i danni”
Salvini accusa Juncker di essere la vera causa dell’aumento dello spread e si dice pronto a chiedergli i danni: “Il presidente della commissione europea, equiparando l’Italia alla Grecia, fa impazzire lo spread. Questa poteva risparmiarsela. Prima di aprire bocca dovrebbe bere due bicchieri d’acqua e smetterla di spargere minacce inesistenti. Oppure gli chiederemo i danni”, ha aggiunto ieri mattina a Napoli al termine del comitato per l’ordine pubblico e la sicurezza.
Anche Luigi Di Maio attribuisce la responsabilità del rialzo dello spread ai commissari Ue: “L’Unione europea ci minaccia ma non ci fermiamo” ha detto il vicepremier pentastellato. “Senz’altro siamo preoccupati per lo spread, ma il tema è un altro. Ieri a qualcuno è andato di traverso che non si era ancora alzato a 350 e nel pomeriggio i Commissari Ue e il presidente della Commissione hanno fatto dichiarazioni per creare tensioni. I mercati sono sensibili alle dichiarazioni dei commissari”.