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HomePolitica Manovra, il ministro Tria: “Non minare la stabilità, serve fiducia investitori”

Manovra, il ministro Tria
"Non minare la stabilità
serve fiducia investitori"

Per Di Maio il deficit al 2% non è tabù

M5S voterà "provvedimenti coraggiosi"

di Antonio Scali26 Settembre 2018
26 Settembre 2018

Il ministro dell'Economia e delle Finanze, Giovanni Tria, durante la conferenza stampa al termine del Consiglio dei ministri sul decreto legge "Milleproroghe" presso la sala stampa di Palazzo Chigi. Roma, 24 luglio 2018. ANSA/CLAUDIO PERI

Meno uno. Entro domani il governo gialloverde dovrà presentare in Parlamento la nota di aggiornamento al Def, prima tappa per il varo della nuova legge di Bilancio, che dovrà ottenere il visto dell’Europa. Ad alzare lo scontro con il Tesoro è soprattutto il ministro del Lavoro Luigi Di Maio, che ieri negli studi di “Porta a porta” ha annunciato trionfalmente: “Aboliremo la povertà”. Come? I margini concessi da Giovanni Tria sono stretti, perché il titolare del dicastero di via XX settembre vuole evitare una dura reazione da parte di Bruxelles e dei mercati.

“Sarà una manovra di crescita, non di austerity, ma che non crea dubbi sulla sostenibilità del nostro debito. Bisogna continuare nel percorso di riduzione del rapporto debito-Pil”, ha spiegato il ministro dell’Economia, intervenendo questa mattina a un evento di Confcommercio. Tria ha svelato alcuni punti della prossima manovra: “Si parte ora dalle imprese, negli anni successivi affronteremo il problema Irpef. L’obiettivo è quello di un mix di politiche che mostri che si può avere fiducia nell’Italia. Le misure – ha aggiunto – vanno portate avanti con gradualità, in modo consapevole e senza mettere a rischio la stabilità finanziaria”. Si eviterà inoltre di aumentare la pressione fiscale, sterilizzando le clausole Iva. Il numero uno del Mef non tralascia un affondo che racconta dello scontro politico di questi giorni: “Ho giurato nell’esclusivo interesse della nazione e non di altri, e non solo io”.

Per il leader dei Cinque Stelle la manovra dovrà contenere tutte le proposte chiave della campagna elettorale, anche se solo abbozzate. A cominciare dalla pensione di cittadinanza: “Dal primo gennaio i pensionati minimi non dovranno avere meno di 780 euro al mese. Non possiamo solo tenere d’occhio i numeri, prima vogliamo soddisfare le esigenze dei cittadini”, ha dichiarato questa mattina Di Maio alla trasmissione di Radio Capital “Circo Massimo”. Tradotto significa che si sforerà l’1,6% del rapporto deficit/Pil, tanto che per il vicepremier pentastellato “il tetto del 2% non è un tabù”.

I Cinque Stelle, superati dalla Lega nei sondaggi, pretendono che il Tesoro trovi i fondi per finanziare il reddito di cittadinanza, altrimenti non daranno il loro voto per l’approvazione della nota di aggiornamento al Def: “La mia non è una minaccia, ma va da sé che il Movimento vota una manovra coraggiosa”, ha aggiunto Di Maio. Tria dovrà trovare anche qualche miliardo per le misure care alla Lega, dal superamento della legge Fornero alla flat tax. Sulla “pace fiscale”, nell’intervista a Massimo Giannini, Di Maio ha aggiunto che “non può essere un condono perché noi non lo voteremmo: non ci sarà la soglia di un milione di euro che per noi non è accettabile ma una soglia che deve tenere all’interno solo le persone bisognose”.

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