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Crolla la Borsa e vola lo spread. La risposta dei mercati dopo le elezioni

di Marina Bonifacio26 Febbraio 2013
26 Febbraio 2013

Per un giorno Borsa e spread rimangono ostaggio dei risultati elettorali. Dopo aver toccato il minimo storico degli ultimi sei mesi toccando i 255 punti, lo spread è poi tornato a salire fino a chiudere a quota 293. I risultati suggeriti ieri dai primi exit poll, che tendevano a mostrare un netto margine di distanza tra i due maggiori schieramenti politici (Pd e Pdl), sia alla Camera che al Senato, ha influito parecchio sulla tendenza generale dello spread. Se alle 15 la curva del differenziale tra Btp e Bund crolla vertiginosamente, per attestarsi sotto quota 260 intorno alle 16, già dopo quasi circa un’ora lo spread è tornato sulla cosiddetta “soglia Monti”, dopo che i dati hanno ben evidenziato un chiaro risultato elettorale, ossia quello della totale ingovernabilità del Paese.
Il ping-pong della borsa. Il buon esito dell’asta è andato di pari passo con l’accelerazione della Borsa, che è arrivata a guadagnare fino al 4%. Il cambio di rotta è arrivato proprio con la chiusura delle urne quando, almeno in un primo momento, Bersani e Monti sembravano prevalere a scapito del centrodestra di Silvio Berlusconi. Un risultato questo che sembrava voler andare in linea con la rotta tracciata dal governo tecnico e a premio della sua immagine di stabilità sui mercati internazionali. Ma il senso di euforia è durato davvero poco, o almeno sino a quando le proiezioni sui voti reali hanno invertito lo scenario sino ad allora prospettato, rimettendo in corsa la coalizione del centrodestra, oltre alla vertiginosa rimonta di Grillo e del Movimento 5 Stelle su tutti le altre liste in competizione. Intanto il Tesoro ha collocato BOT semestrali per 8,75 miliardi di euro, con un rendimento in netto rialzo all’1,23%. In calo invece la domanda, con un tasso pari a 1,44 (rispetto all’1,65 del collocamento di inizio anno).
La risposta del mercato di oggi. L’esito di queste elezioni politiche si fa sentire anche sull’asta odierna dei titoli di Stato. I risultati elettorali hanno confermato stamane un dato incontrovertibile: quello dell’ingovernabilità del Paese, destando forti tensioni non solo per il futuro del nostro Paese, ma anche per l’intera zona euro. La risposta dei mercati a un voto inconcludente, con un Senato privo di maggioranza, non si è fatta attendere ed è stata una risposta molto violenta. Piazza Affari a metà mattina affonda del 4,8%. Intanto lo spread tra i titoli italiani e tedeschi si arresta, attestandosi questa mattina a 328 punti. Immediato il costo per il Tesoro che, per collocare 8,75 miliardi di bot a 6 mesi, ha dovuto corrispondere tassi in rialzo all’1,23%.
Generalizzato il tracollo delle Borse, con Parigi che cede il 2,3%, Francoforte l’1,9% e Londra l’1,3%. A Piazza Affari i più colpiti sono stati i titoli bancari, penalizzati dallo spread, con ribassi anche superiori al 10% e sospensioni a raffica. Tra i titoli più colpiti ci sono: Unicredit (-8,3%), Mediobanca (-7,4%), Generali (-6,15%), Enel (-5,21%), Mediaset (-5,58%), Fiat (-4,2%), Telecom (-6,41%) e Finmeccanica (-5,11%).
In un quadro così prospettato, la Consobha fatto sapere di studiare l’adozione di misure anti-speculazione a Piazza Affari. E a fine mattinata è arrivato così il divieto di vendite allo scoperto per i titoli Intesa Sanpaolo.
I timori all’estero. Lo scenario politico post-elettorale aveva già avuto ripercussioni prima a Wall Street (-1,85%) e poi questa mattina in Asia (Tokyo -2,26%; Hong Kong -1,32%). I mercati internazionali hanno sostanzialmente paura che, un Paese con 2 mila miliardi di debito come l’Italia, possa smarrire la strada delle riforme avviata dalla stagione Monti, riportando in primo piano il tema del debito dell’eurozona. Non a caso l’euro ha perso terreno su tutte le altre valute, attestandosi a quota 1,3 sul dollaro, mentre Piazza Affari ha trascinato in profondo rosso tutti i listini europei. Anche la Spagna, che insieme all’Italia è il più vulnerabile dei Paesi dell’Eurozona, ne ha risentito maggiormente, con la Borsa di Madrid in calo del 3,1% e lo spread tra i bund e bonos, i titoli decennali spagnoli, in rialzo di 18 punti.

di Marina Bonifacio

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