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HomeCronaca “Colpa del senegalese”. Pazienti lo accusano per fila in ambulatorio

"Colpa del senegalese"
Pazienti lo accusano
per fila in ambulatorio

Il medico ascolta i commenti

e denuncia l'episodio su Facebook

di Giulia Turco21 Settembre 2018
21 Settembre 2018

Una lunga fila di attesa davanti all’ambulatorio. Il medico esce e si allontana con un paziente senegalese. Gli altri pazienti si lamentano e gridano: “Tutta colpa di un negro”. È successo pochi giorni fa a Cagliari, nell’ambulatorio del Day service di cure analgesiche e palliative dell’ospedale San Giovanni di Dio. Il medico in questione è Maria Cristina Deidda, specializzata in terapia del dolore.

Scandalizzata dall’episodio di intolleranza e razzismo, la dottoressa ha deciso di pubblicare un post su Facebook per chiedere scusa a nome dei pazienti.

Ho purtroppo saputo, in ritardo, che pochi giorni or sono, mentre mi allontanavo dall’ambulatorio per accompagnare un mio paziente di origine senegalese, per una consulenza specialistica da me stessa richiesta, ben quattro persone, accompagnatori di altri miei pazienti in attesa di visita, si sono lamentati di dover attendere per “colpa di un negro”, ha scritto Deidda.

E ha continuato: “Premesso che tutti i nostri pazienti, e sottolineo, indistintamente TUTTI, sono amorevolmente trattati e supportati, poiché questo comportamento nelle cure palliative è indispensabile, pur sentendo in tutta Italia di comportamenti intolleranti e discriminanti, mi ero illusa che nel nostro ambulatorio, proprio a causa della delicatezza delle patologie trattate, l’animo umano fosse più compassionevole verso l’altrui persona. Io e le mie infermiere abbiamo fatto, molti anni addietro, il giuramento di assistere chiunque ne avesse bisogno, senza discriminante di razza, sesso, religione, ideologia politica”. La dottoressa infine, ha chiesto che il post fosse fatto circolare sul web.
L’episodio di Cagliari non è però isolato. Negli stessi giorni a Sassari, un giovane guineano, titolare di protezione internazionale e residente in città da sei anni, è stato infatti picchiato a sangue da un gruppo di cinque ragazzi.

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