A più di dieci mesi da quella che definì un’Apocalisse, l’ex presidente della Figc Carlo Tavecchio torna per l’ennesima volta a sfogarsi. La débâcle contro la Svezia e la conseguente mancata qualificazione ai Mondiali bruciano ancora moltissimo. E si uniscono alla delusione per il calcio italiano, reo di averlo “lasciato solo” e soprattutto di essersi dimostrato “dormiente e irregolare”. Soprattutto per quanto riguarda la giustizia sportiva. In una lunga intervista al Corriere dello Sport, Tavecchio snocciola dati, rivendica i successi del suo mandato e lancia accuse contro la possibile futura governance del calcio.
La partita con la Svezia. Lorenzo Insigne in panchina: per Tavecchio è quello il simbolo del fallimento dell’ex ct Gian Piero Ventura. “La sera prima chiesi a qualcuno, di cui non farò il nome, quanti napoletani pensava ci sarebbero stati allo stadio. Trentamila. Tutti volevano vedere Insigne, che però non giocò, non lo vollero in campo. Chi non lo volle? Se lo sapessi glielo direi…”.
I progetti incompiuti. Spazio poi ai tanti progetti rimasti nel cassetto della sua scrivania, dopo le dimissioni. “Per rendere sostenibili i campionati e la Nazionale, avevo pensato a 18 squadre in Serie A, 20 in B e due gironi da 18 o 20 in C. Ma poi ci sono le due di A che non rinuncerebbero mai alla categoria, l’onorevole che vuole tutelare l’elettorato, il sindaco che non accetta la retrocessione, persino il rappresentante della Chiesa che pensa ai fedeli tifosi. Interferenze continue”.
I successi del suo mandato. Nonostante le riforme incompiute, però, l’ex presidente della Figc tiene a sottolineare il bilancio della sua gestione: “Ho avuto tanti nemici, scivolai sulla storia della banana (disse: “Gli stranieri prima mangiavano le banane e ora giocano in Serie A”, ndr), ma avrei dovuto pubblicizzare di più ciò che ho fatto”. La lista dei meriti che Tavecchio si auto-attribuisce è lunga. Quattro italiane in Champions “quando prima ce n’erano due”, quattro gare dell’Europeo itinerante del 2020 a Roma, l’introduzione del Var, l’Europeo under-21 del 2019 in Italia.
Il futuro della Federazione. Una battuta anche su ciò che succederà il 22 ottobre. Quel giorno infatti verrà eletto il nuovo presidente della Figc, che sostituirà il commissario straordinario Roberto Fabbricini. “È tempo di un presidente credibile. Senza un nuovo presidente – afferma Tavecchio – dovrà intervenire il governo, nominando un commissario del commissario. Obiettivo: cambiare il calcio in due anni”. La verità, chiosa infine l’ex numero uno di via Allegri, “è che io sono competente di calcio. E in Italia non lo siamo in tanti”.