Da oggi, nei punti vendita di 14 paesi, le polpette di manzo dell’Ikea spariscono dal banco frigo e dalle cucine dei ristoranti. La decisione, in via precauzionale, è stata presa a tutela dei consumatori: i clienti che fino ad ora hanno ordinato il piatto potrebbero aver mangiato, senza saperlo, carne equina.
Lo scandalo è scoppiato in Repubblica Ceca, e a macchia d’olio si è espanso in Europa, investendo in pieno anche l’Italia. Test condotti dagli ispettori, che vigilano sulle derrate alimentari, hanno evidenziato tracce di carne equina nel paese balcanico, in un carico a Praga. I Nas di Milano stanno adesso effettuando delle verifiche nelle köttbullar del colosso del mobile in 20 negozi italiani. Ma a preoccupare non sono soltanto i prodotti Ikea. Ieri in un supermercato di Verona sono stati scoperti campioni sospetti tra le “Lasagne all’Emiliana”. Controlli a tappeto sono quindi scattati su 129 marche diverse.
I pericoli per la salute. A lasciare perplessi gli esperti è proprio l’elevato costo della carne di cavallo. Quella destinata alla catena alimentare, che viene controllata dall’allevamento alla tavola, fa bene alla salute, ma non è conveniente dal punto di vista economico: la carne di cavallo è molto più cara di quella bovina. Si pensa quindi che il tritato utilizzato per le polpette Ikea potrebbe contenere carne di scarsa qualità, non destinata alla filiera alimentare, ma proveniente dai cavalli da tiro o da corsa. Confermerebbe questa ipotesi il ritrovamento, in alcuni campioni analizzati, di un potente antinfiammatorio, il fenilbutazone, messo al bando in Europa, sia per gli uomini sia per gli animali perché considerato nocivo per la salute. La sostanza dopante può essere assunta solo dai cavalli da corsa, che per legge non possono finire al macello.
Gli effetti collaterali per l’uomo possono essere molto gravi: si va dai danni del sistema cardiovascolare a problemi di tipo neurologico. E se la carne di cavallo si consuma cruda i rischi per la salute aumentano esponenzialmente.
Ieri, al termine del Consiglio dei ministri Ue dell’Agricoltura, il commissario europeo per la salute e la protezione dei consumatori, Tonio Borg, ha ricordato che «resta una questione di frode: non è un problema di salute pubblica, ma di etichettatura». L’Ue comunque vuole vederci chiaro. Il prossimo primo marzo inizieranno i test per verificare l’eventuale presenza di Dna equino nei prodotti preconfezionarti e surgelati, che dovrebbero contenere, secondo quanto recita l’etichetta, solo manzo.
di Annalisa Cangemi