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HomeEconomia Manovra, vertice di governo per trovare un accordo su flat tax e reddito

Vertice sulla manovra
si cerca un accordo
su flat tax e reddito

Il ministro Tria stabilisce i limiti:

"Il deficit non superi l'1,6% del Pil"

di Valerio Del Conte17 Settembre 2018
17 Settembre 2018

Una giornata importante dal punto di vista economico. Dopo l’approvazione alla Camera, a Palazzo Madama approda il decreto Milleproroghe, il cui esame verrà avviato mercoledì 19, mentre è fissato nel pomeriggio, alle 18.30, il vertice di governo sulla manovra di bilancio. Lega e Movimento 5 Stelle cercheranno di sciogliere i nodi  del reddito di cittadinanza e della flat tax con più aliquote.

I due leader, Matteo Salvini e Luigi Di Maio, devono tenere conto delle ridotte risorse disponibili. Il ministro dell’Economia, Giovanni Tria, ha stabilito la linea con cui confrontarsi: il deficit delle amministrazioni pubbliche nel 2019 può raddoppiare rispetto agli impegni presi dal predecessore Pier Carlo Padoan e non potrà quindi superare l’1,6% del Pil nella nota di aggiornamento al Documento di economia e finanza. Il Def, che dovrà contenere anche la struttura di fondo della manovra di bilancio, verrà approvato entro dieci giorni. Secondo Tria il cammino da seguire è quello di un’erosione contenuta del deficit “strutturale” per far calare il debito pubblico, senza applicare una vera morsa proprio ora che l’economia del Paese sembra rallentare. “Sarà l’ultima notizia che saprete quando avremo messo a punto tutto”, ha risposto il premier Giuseppe Conte a chi gli chiedeva del rapporto deficit-Pil.

Per adesso, i conti non tornano. Le risorse si sposterebbero al Sud grazie al reddito di cittadinanza e all’adeguamento a 780 euro delle pensioni minime, poiché è nel Mezzogiorno che si trovano i potenziali beneficiari. Al contrario l’anticipazione della soglia della pensione con pieni diritti a 62 anni e con almeno 38 anni di contributi versati, determinerebbe uno spostamento delle risorse per lo più al Nord, dove risiedono la maggior parte di persone che effettua questi versamenti. Dal rallentamento della ripresa all’aumento dei tassi d’interesse sul debito, passando per l’aumento dell’Iva e il finanziamento del programma di governo, il Pil sembra destinato a sforare i limiti previsti da Tria.

Per trovare i soldi necessari, la Lega si vuole affidare alla cosiddetta “pace fiscale”, che in molti già classificano come un condono a tutti gli effetti. Osteggiata da tanti perché, oltre a dare un cattivo esempio agli inadempienti, altro non è che una misura una tantum che non darebbe garanzie nel lungo termine. L’altolà arriva anche dal vicepremier Luigi Di Maio in diretta Facebook: “Se di pace fiscale si parla va bene, ma se invece si tratta di condoni non siamo d’accordo. Abbiamo visto in passato i governi Renzi e anche altri attuare degli scudi fiscali che hanno costituito un deterrente a comportarsi bene e fatto pensare che una via di uscita c’è sempre per l’evasione”.

“Non ci sono tensioni sulla manovra, c’è un dibattito franco sul fatto che o si mantengono le promesse o è inutile che ci stiamo. Il nostro obiettivo è portare a casa un risultato coraggioso ma che tenga i conti in ordine e su questo siamo compatti come governo”. Lo ha detto a Nola Di Maio, che ha aggiunto: “La prima misura, insieme alle infrastrutture, è sicuramente il reddito di cittadinanza. Non significa dare i soldi alle persone per stare sul divano, noi che siamo del Sud ce li ricordiamo i soldi dati alle persone per stare sul divano in cambio di voti, proprio per questo vogliamo fare una misura totalmente diversa per dare alle persone l’opportunità di reinserirsi nel mondo del lavoro”.

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