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Tria rassicura i mercati:
la strada verso la flat tax
è ridurre scaglioni Irpef

Il ministro favorevole a Tav e Tap

Salvini rilancia quota 100 a 62 anni

di William Valentini12 Settembre 2018
12 Settembre 2018

epa06885036 Italian Finance Minister Giovanni Tria during an Ecofin Finance Ministers meeting in Brussels, Belgium, 13 July 2018. EPA/STEPHANIE LECOCQ

Partire da un graduale accorpamento dell’Irpef, l’imposta sul reddito. Il ministro dell’economia Giovanni Tria indica il sentiero che il governo ha scelto per avvicinarsi alla Flat Tax, cardine del programma elettorale della Lega di Salvini.

Il ministro Tria, che si è speso molto negli ultimi giorni rassicurando l’Europa e i mercati sulla sostenibilità dell’azione di governo, si è detto molto favorevole ad un intervento sulla tassazione. “Dovrà essere un’operazione graduale – ha specificato il ministro nell’ultima giornata della Summer School di Confartigianato – e vedrà un accorpamento ed una riduzione dell’aliquota per i redditi familiari”.

I tecnici del Mef hanno individuato due interventi diversi per l’avvicinamento alla tassa unica voluta nel contratto di governo dai leghisti: da un lato si dovrebbe ridurre l’aliquota Irpef di un punto per i redditi più bassi, ovvero passare dal 22% al 21%. Una misura che abbasserebbe i costi per il 45% dei contribuenti che partecipano, però, solo per il 4,2% al gettito fiscale.

L’altro provvedimento studiato da Tria è l’accorpamento dei cinque scaglioni della tassa sul reddito in tre scaglioni: fino a 28 mila euro si pagherà il 21%; per i redditi compresi tra 28 e 75 mila l’imposta sarà al 38%; e per i guadagni superiori la tassa sarà al 43%. In questo modo i contribuenti percepirebbero un risparmio massimo di 129 al mese.

Intanto il governo “del cambiamento” è alle prese con i limiti della legge sulle pensioni dell’ex ministra Elsa Fornero. Ieri notte, nella trasmissione di Rai 1 Porta a Porta il vicepremier Matteo Salvini ha dichiarato caustico: “Quota 100 con 64 anni? No, è assolutamente troppo alto, io ho chiesto al massimo 62”. Un obbiettivo complicato da perseguire, considerando anche il forte impatto che le misure di politica economica promesse in campagna elettorale avranno sul bilancio dello stato.

Tria ha anche parlato di grandi opere giudicando “Tav e Tap fondamentali” per lo sviluppo economico del paese. “Spero si facciano” ha concluso il ministro, con buona pace dei pentastellati, storicamente contrari.

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