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HomePolitica Fondi Lega, pm di Genova: “Ok rateizzare i 49 milioni, dicano cosa vogliono fare”

Fondi Lega, pm di Genova:
"Ok rateizzare i 49 milioni
dicano cosa vogliono fare"

Salvini: "I soldi non ci sono"

In settimana il ricorso in Cassazione

di Davide Di Bello12 Settembre 2018
12 Settembre 2018

Il segretario della Lega Matteo Salvini (S) con il capogruppo al Senato della Lega Giancarlo Giorgetti (D), Roma, 14 maggio 2018. ANSA/ ETTORE FERRARI

“La Lega ci dica cosa intende fare, se vuole rateizzare i 49 milioni”. Intervistato dal quotidiano La Stampa, il procuratore capo di Genova Francesco Cozzi rilancia l’ipotesi delle rate per la restituzione dei fondi legati all’inchiesta sulla presunta truffa dei rimborsi elettorali, che ha portato alle condanne dell’ex segretario Umberto Bossi e dell’ex tesoriere Francesco Belsito. “L’ipotesi della rateizzazione mi pare intelligente e di buon senso: tutela l’interesse dello Stato che deve recuperare un debito, e dall’altra quello di chi non ha denaro sufficiente per onorarlo nell’immediato”, prosegue Cozzi, che sollecita una decisione da parte del Carroccio.  “Ora si aspetta che la Lega ci dica cosa vuole fare: per quanto? Un tempo ragionevole, che non vuol dire lungo. Ed è il debitore a dover formulare la proposta”.

Una proposta che è ora al vaglio dei vertici di via Bellerio. Le modalità di esecuzione del provvedimento di congelamento e confisca delle somme dai conti del partito, a cui anche il tribunale del Riesame ha dato il via libera, sono state al centro del colloquio che si è tenuto nella procura del capoluogo ligure tra i magistrati titolari del fascicolo ed i legali Giovanni Conti e Roberto Zingari. Un prelievo dilazionato consentirebbe al partito di Salvini di restare in vita, evitando fantasiosi maquillage di nome e simbolo, o accelerando sulla soluzione del partito unico con Forza Italia.

Leggi anche: Di Battista contro la Lega. “Restituiscano il maltolto”

Ma per ora Matteo Salvini tira dritto e continua a respingere l’ipotesi delle rate: “I soldi non ci sono né in Italia né in Lussemburgo, è tutto certificato”, ha ribadito a Porta a Porta il titolare del Viminale. “Non so quanto c’era in cassa nel 2013 quando sono diventato segretario, ma ogni spesa è documentata”. Intanto gli avvocati del Carroccio sono al lavoro per preparare il ricorso. Ma l’iter verso la decisione definitiva non ferma l’attività della Procura. “I pubblici ministeri hanno il titolo per procedere immediatamente con l’esecuzione dei sequestri”, avverte Cozzi: “I soldi finiscono in un fondo di giustizia. Se le confische saranno annullate in appello o in Cassazione, è ovvio che verrà restituito tutto”.

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