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Partiti politici in crisi
aumenta l'influenza
di think tank e fondazioni

Openpolis ne ha censite 121 dal 2015

molte legate a esponenti del governo

di Dino Cardarelli12 Settembre 2018
12 Settembre 2018

Nel giorno in cui Il Fatto Quotidiano rivela che l’ex presidente del consiglio Matteo Renzi è entrato a far parte del think tank di Algebris, diventando consulente dell’associazione creata dal finanziere Davide Serra, suo sostenitore e finanziatore della prima ora, appare ancora più chiaro come, in una fase storica nella quale in Italia i partiti tradizionali sono in crisi, think tank, fondazioni e associazioni politiche sono diventate il principale mezzo per affermarsi in politica. È quanto emerge da un’indagine di Openpolis, che ha iniziato a censire queste realtà a partire dal 2015, individuandone almeno 121, delle quali 101 risultano ancora attive e con un proprio sito web.

Oltre il 52% nasce come corrente di partito o progetto di aggregazione politica, che può essere sia spinta da una specifica ideologia, come nel caso del Centro studi del pensiero liberale, vicina a Silvio Berlusconi, o di Europa XXI secolo, di Tommaso Nannicini, sia dal desiderio di un leader politico di creare un suo progetto autonomo, come ad esempio Futura di Laura Boldrini o DemA del sindaco di Napoli Luigi De Magistris.

Un altro 35% rientra invece in una definizione più standard di fondazione, accomunate dallo svolgere attività scientifica e accademica e dalla volontà di fare formazione politica. Di questa schiera fanno parte le associazioni più note come Magna Carta di Gaetano Quagliariello o Italianieuropei di Massimo D’Alema.

L’influenza delle associazioni era già stata dimostrata dall’ascesa politica di Matteo Renzi e della sua fondazione Open. Diverse quelle legate a figure del governo attuale. Poco meno del 10% delle strutture analizzate ha all’interno dei suoi organi un membro del governo Conte. Quattro hanno legami più forti con l’esecutivo: a/simmetrie, Aspen Institute Italia, fondazione Iustus e Associazione Rousseau. Delle prime tre fa parte il ministro per gli Affari Europei Paolo Savona. Nell’Aspen Institute c’è anche Enzo Moavero Milanesi, attuale ministro degli Esteri, nella fondazione Iustus Giovanni Tria, titolare del dicastero dell’Economia e nell’Associazione Rousseau c’è invece il ministro della Giustizia Alfonso Bonafede.

Avendo meno obblighi di trasparenza, ci sono poche informazioni su queste strutture. Il 45% rende disponibile online lo statuto costitutivo. Appena il 19% pubblica il proprio bilancio.

 

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