La procura di Genova ha acquisito un nuovo video che riprende il momento del crollo del ponte Morandi. Intanto, in attesa della conclusione dei lavori della commissione ispettiva ministeriale prevista per la prossima settimana, è stato messo a punto il cosiddetto ‘decretone’ per Genova, in discussione questa mattina in commissione ambiente alla Camera. “Vogliamo che Genova torni alla sua quotidianità”, ha detto il ministro delle Infrastrutture Danilo Toninelli. “I lavori dovranno essere ultimati al più tardi tra un anno”.
IL DECRETONE. Il decreto legge per il capoluogo ligure sarà discusso in Consiglio dei ministri venerdì 14 settembre, annuncia ancora Toninelli. È un decreto “molto importante”, spiega, in cui “la ricostruzione del Ponte sarà il primo obiettivo”. Come corollario ci sono tutta una serie di misure che guardano al futuro, sia nel breve che nel lungo periodo. Dal supporto alle famiglie che devono pagare il mutuo per una casa inagibile alle agevolazioni fiscali alle imprese. Nel decreto sono contenute anche altre iniziative non legate in modo stretto al caso Genova. Fra queste gli interventi sulla manutenzione e l’installazione di sensori, come anticipato dal ministro.
CHI RICOSTRUISCE? Toninelli non ha dubbi: “I lavori non possono essere affidati ed eseguiti da chi aveva la responsabilità di non farlo crollare”. Il capo del Mit conferma la linea adottata nelle prime ore della tragedia di Genova: stop ad Autostrade per l’Italia. “Potremo affidare direttamente a una società pubblica, pensiamo a Fincantieri, l’appalto per la ricostruzione del Ponte”, ha detto in Parlamento. Per farlo, il governo spera di poter fare leva sulla clausola di ‘eccezionalità’ prevista nelle regole attuali del Codice degli appalti. “In questi minuti – ha spiegato il ministro – è in corso un incontro a Bruxelles” per verificare se si possa derogare al Codice. L’Obiettivo è affidare la ricostruzione del ponte con “l’assegnazione immediata, senza gara, ad un soggetto pubblico come Fincantieri”.
“Intendo dare un segnale di svolta ben preciso”, ha aggiunto oggi Toninelli in audizione alla Camera dei Deputati. “D’ora in avanti tutti i concessionari saranno vincolati a reinvestire buona parte degli utili nell’ammodernamento delle infrastrutture. Dovranno rispettare in modo più stringente gli obblighi di manutenzione a loro carico. Più in generale, dovranno comprendere che l’infrastruttura non è una rendita finanziaria, ma un bene pubblico”.