“Entro l’anno approveremo la legge che impone lo stop nei fine settimana e nei festivi ai centri commerciali”. L’annuncio del vicepremier Luigi Di Maio, in visita a Bari, è la conferma che il tema della chiusura domenicale dei negozi annunciato in campagna elettorale è al centro dell’azione governativa. Ad essere coinvolti saranno tutti gli esercizi commerciali, dai megastore ai negozi più piccoli, senza eccezioni: nelle intenzioni del governo, la domenica rimarranno aperti soltanto i piccoli esercizi delle località turistiche. Con un meccanismo di turnazione – spiega Di Maio a “L’aria che tira” su La7 – che permetterà l’apertura della domenica su rotazione al 25% delle attività commerciali.
Sulla linea del vicepremier c’è l’accordo anche da parte della Lega: giovedì prossimo la Commissione Attività Produttive della Camera esaminerà due ddl, uno a firma 5 Stelle e l’altro del Carroccio, che tradurranno in legge la fine della liberalizzazione dell’orario dei negozi. Una misura introdotta dall’ex premier Mario Monti nel 2011, all’insegna della “promozione della concorrenza”, e soprattutto della totale deregulation per quanto riguarda compensi e orari dei lavoratori.
Con la riforma voluta dal “Professore”, il famoso decreto Salva Italia del 2011, oltre al vantaggio per i consumatori – liberi di fare acquisti la domenica – è arrivata anche la liberalizzazione selvaggia delle regole contrattuali degli addetti alla distribuzione. Con un netto peggioramento della vita degli impiegati del settore delle vendite. Perché prima dell’intervento di Monti i grandi centri commerciali erano già aperti nei fine settimana: i lavoratori però erano pagati circa il 30% in più per il turno festivo. Dal 2011 invece la domenica è diventata un giorno come un altro: e dunque soggetto a turnazione e a salario normale, salvo poche eccezioni.
Critiche verso la proposta Di Maio tutte le associazioni dei commercianti. Il presidente di Federdistribuzione, Claudio Gradara, è il portavoce del disagio dei grandi e piccoli operatori della grande distribuzione: “Così si perdono consumi e 40mila posti di lavoro, a tutto vantaggio di Amazon e del e-commerce”, attacca. In controtendenza, sul Corriere della Sera è comparso oggi un comunicato a pagamento a firma di Eurospin, catena leader nel settore dei discount alimentari. Che, contrariamente agli omologhi, prende le parti della scelta di Di Maio.
E il vicepremier gradisce: “ho visto il comunicato di Eurospin, che si schiera a favore della nostra proposta”, scrive in un posto sul Blog delle Stelle. “I dirigenti di Eurospin – continua Di Maio – mettono al primo posto la qualità della vita dei dipendenti del gruppo e sanno che questa migliorerà se la domenica sarà dedicata agli affetti e alla famiglia”. Restano però pesanti le ombre sui dati dei posti di lavoro che verranno persi: secondo l’amministratore delegato di Conad a soffrirne saranno i lavoratori, su cui andranno a pesare gli oltre 50mila licenziamenti o mancati rinnovi contrattuali determinati dalle chiusure domenicali.