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HomeCronaca Di Maio: la domenica aperto il 25 per cento dei negozi. Ma è scontro

Negozi chiusi la domenica
Di Maio corregge il tiro
"Aperto il 25% a rotazione"

Il nodo dei lavoratori senza tutele

Le polemiche “A rischio 50mila posti”

di Siria Guerrieri10 Settembre 2018
10 Settembre 2018

Un cartello sulla vetrina di un negozio informa che l'esercizio sara' aperto di domenica, in un'immagine d'archivio. FRANCO SILVI

“Entro l’anno approveremo la legge che impone lo stop nei fine settimana e nei festivi ai centri commerciali”. L’annuncio del vicepremier Luigi Di Maio, in visita a Bari, è la conferma che il tema della chiusura domenicale dei negozi annunciato in campagna elettorale è al centro dell’azione governativa. Ad essere coinvolti saranno tutti gli esercizi commerciali, dai megastore ai negozi più piccoli, senza eccezioni: nelle intenzioni del governo, la domenica rimarranno aperti soltanto i piccoli esercizi delle località turistiche. Con un meccanismo di turnazione – spiega Di Maio a “L’aria che tira” su La7 – che permetterà l’apertura della domenica su rotazione al 25% delle attività commerciali.

Sulla linea del vicepremier c’è l’accordo anche da parte della Lega: giovedì prossimo la Commissione Attività Produttive della Camera esaminerà due ddl, uno a firma 5 Stelle e l’altro del Carroccio, che tradurranno in legge la fine della liberalizzazione dell’orario dei negozi. Una misura introdotta dall’ex premier Mario Monti nel 2011, all’insegna della “promozione della concorrenza”, e soprattutto della totale deregulation per quanto riguarda compensi e orari dei lavoratori.

Con la riforma voluta dal “Professore”, il famoso decreto Salva Italia del 2011, oltre al vantaggio per i consumatori – liberi di fare acquisti la domenica – è arrivata anche la liberalizzazione selvaggia delle regole contrattuali degli addetti alla distribuzione. Con un netto peggioramento della vita degli impiegati del settore delle vendite. Perché prima dell’intervento di Monti i grandi centri commerciali erano già aperti nei fine settimana: i lavoratori però erano pagati circa il 30% in più per il turno festivo. Dal 2011 invece la domenica è diventata un giorno come un altro: e dunque soggetto a turnazione e a salario normale, salvo poche eccezioni.

Critiche verso la proposta Di Maio tutte le associazioni dei commercianti. Il presidente di Federdistribuzione, Claudio Gradara, è il portavoce del disagio dei grandi e piccoli operatori della grande distribuzione: “Così si perdono consumi e 40mila posti di lavoro, a tutto vantaggio di Amazon e del e-commerce”, attacca. In controtendenza, sul Corriere della Sera è comparso oggi un comunicato a pagamento a firma di Eurospin, catena leader nel settore dei discount alimentari. Che, contrariamente agli omologhi, prende le parti della scelta di Di Maio.

E il vicepremier gradisce: “ho visto il comunicato di Eurospin, che si schiera a favore della nostra proposta”, scrive in un posto sul Blog delle Stelle. “I dirigenti di Eurospin – continua Di Maio – mettono al primo posto la qualità della vita dei dipendenti del gruppo e sanno che questa migliorerà se la domenica sarà dedicata agli affetti e alla famiglia”. Restano però pesanti le ombre sui dati dei posti di lavoro che verranno persi: secondo l’amministratore delegato di Conad a soffrirne saranno i lavoratori, su cui andranno a pesare gli oltre 50mila licenziamenti o mancati rinnovi contrattuali determinati dalle chiusure domenicali.

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