Il tribunale del Riesame ha accolto il ricorso della procura in relazione ai rimborsi elettorali non dovuti, pari a 49 milioni, che la Lega avrebbe incassato dal 2008 al 2010. I fondi sequestrati finora ammontavano a 3 milioni. I due avvocati del Carroccio, Roberto Zingari e Giovanni Ponti, potrebbero ora ricorrere nuovamente in Cassazione, che già ad aprile aveva rinviato al Riesame il caso dopo la richiesta della procura di poter sequestrare i fondi al partito.
Il ministro dell’Interno, Matteo Salvini, ha così commentato la notizia: “È una vicenda del passato, sono tranquillo, gli avvocati faranno le loro scelte: se vogliono toglierci tutto facciano pure, gli italiani sono con noi. Io sono tranquillo, continuo a lavorare, i processi e le storie del passato che riguardano fatti di otto o dieci anni fa non mi appassionano”. “Parla bene e razzola molto male. Ora non ha più giustificazioni. La Lega restituisca allo Stato i 49 milioni”, ha scritto su Twitter, con l’hashtag #legaladrona, il presidente dei senatori Pd, Andrea Marcucci. “Solidarietà agli amici ed alleati del Carroccio – ha invece dichiarato Mariastella Gelmini, capogruppo di Forza Italia alla Camera dei deputati – Trovo ingiusto che un movimento politico paghi un conto così salato a causa di comportamenti personali di ex dirigenti. Una comunità non può rispondere di colpe dei singoli. Non si può sequestrare un partito”.
La decisione dei giudici è legata alla condanna del senatore Umberto Bossi, dell’ex tesoriere Francesco Belsito e di tre ex revisori contabili del Carroccio. La memoria difensiva esposta ieri dai legali del partito ha insistito sulla regolarità dei soldi in mano alla Lega: “Sono contributi di eletti, donazioni di elettori e del 2 per mille della dichiarazione dei redditi. Sono somme non solo lecite, ma che hanno anche un fine costituzionale e consentono al partito di perseguire le finalità democratiche del Paese. Dire che sono profitto del reato è un non senso giuridico”. Come annunciato in precedenza, il procuratore Francesco Cozzi chiederà ora l’immediato sequestro dei fondi.
Stando ai documenti presentati dagli avvocati della Lega, sul conto del partito ci sono 5 milioni e 618mila euro. “Di questi – spiega il Sole 24 ore – 4 milioni e 788mila euro sono costituiti da erogazioni liberali, donazioni, finanziamenti, sovvenzioni effettuate da cittadini (persone fisiche o, in minima parte, per 42mila euro, da società), da candidati alle elezioni, da parlamentari e da somme derivanti dal tesseramento”. Le donazioni dei cittadini con il 2 per mille ammontano invece a 730mila euro e, essendo soldi leciti e pubblici, non possono essere sequestrati. La Lega non sembra dunque nelle condizioni di poter pagare, ma, anzi, rischia che la sua azione politica ne risenta. “Non saranno i giudici a decidere per quello che oggi è il primo partito in Italia – ha affermato ieri Salvini – Sono fiducioso nella magistratura e nei successivi gradi di giudizio. In ogni caso non ci saranno congressi o cambiamenti di nome ma non rimarremo con le mani in mano”.