Si è conclusa questa mattina, a Genova, l’udienza del tribunale del Riesame sull’eventuale sequestro di fondi della Lega come risarcimento allo Stato per la maxi truffa, da 49 milioni, sui rimborsi elettorali non dovuti tra 2008 e 2010. In attesa del pronunciamento, che potrebbe avvenire già domani, l’avvocato Giovanni Ponti, uno dei due legali del partito, ha dichiarato di aver depositato una consulenza che dimostrerebbe che i soldi attualmente in possesso della Lega sono contributi di eletti, donazioni di elettori o 2 per mille della dichiarazione dei redditi. “Sono somme non solo lecite – ha chiarito Ponti all’uscita del tribunale – ma che hanno anche un fine costituzionale: consentono al partito di perseguire le finalità democratiche del Paese. Dire che sono profitto del reato è un non senso giuridico”.
Il tribunale aveva stabilito il sequestro dei fondi del Carroccio ad aprile, accogliendo la richiesta della Procura che ne domandava altri, dopo i tre milioni già presi. Da qui la decisione di rinviare al Riesame. La condanna per truffa di Umberto Bossi, dell’ex tesoriere Francesco Belsito e di altri tre ex revisori contabili risale all’anno scorso, ma oggi il Riesame deciderà se procedere con l’ulteriore sequestro o accogliere la tesi dei difensori. Gli avvocati della Lega citano la sentenza sull’ecomostro di Punta Perotti, risalente allo scorso giugno, in cui la Corte di Strasburgo condannò l’Italia per aver proceduto alla confisca dei terreni dove venne edificato il complesso, senza una precedente condanna dei responsabili.
Anche sull’esecutività del provvedimento del Riesame si discute, dato che una parte della giurisprudenza non lo riterrebbe immediatamente esecutivo. Mentre già a luglio la Cassazione aveva depositato le motivazioni per cui il sequestro poteva già essere applicato senza necessità di un nuovo provvedimento, “altrimenti la funzione cautelare del sequestro potrebbe essere facilmente elusa durante il tempo occorrente per il loro compimento”. Giorni fa il procuratore di Genova, Francesco Cozzi, aveva “consigliato” alla Lega di cambiare nome per limitare l’ammonto dei sequestri, chiarendo che di fronte a un nuovo soggetto i giudici avrebbero avuto le mani legate.
“L’ultima delle mie preoccupazioni, sinceramente oggi, è la decisione del tribunale del riesame – ha dichiarato Matteo Salvini, ospite della trasmissione Radio Anch’io – è normale che per l’eventuale uso di 300 mila euro, 10 anni fa, debbano sequestrare per i prossimi 20 anni quello che gli italiani ci donano? L’unico precedente simile è in Turchia”. “Facciano come credono – ha concluso – siamo andati avanti con niente, possiamo andare avanti con niente: a me interessa l’appoggio popolare, ma non sono disposto a cambiare nomi o simboli in base alla sentenza di questo o quel giudice”.