“Ore delicatissime”. Parole del ministro Luigi Di Maio in merito alla questione dell’Ilva di Taranto. Oggi infatti i sindacati, i commissari, Arcelor Mittal e il governo si incontrano al Ministero dello Sviluppo Economico per cercare di avviare il negoziato sul passaggio definitivo della società dall’amministrazione straordinaria al nuovo investitore. “Se il tavolo raggiunge risultati su ambiente e lavoro, la gara non può essere revocata per legge” precisa il vicepremier.
Luigi Di Maio, che gestisce il caso da metà giugno, non ha finora reputato adeguate alle aspettative del governo le offerte ambientali e occupazionali del nuovo investitore, subordinando la tutela del pubblico interesse. Ma adesso il tempo stringe: il 15 settembre scade la proroga ai commissari e a fine mese l’Ilva finirebbe i soldi in cassa. Ma l’accordo sembra distante: se la proposta di messa in sicurezza del sito ambientale di Mittal porterebbe a dei risultati prima del 2023, non ci sono passi in avanti sulla questione lavoro, dove il modello resta quello di 10mila assunti, cifra insufficiente secondo i sindacati.
“Senza una valutazione preventiva del piano ambientale di Mittal non è possibile fare prevenzione”, sottolinea Peacelink riferendosi alle dichiarazioni rilasciate dal ministro della Salute Giulia Grillo dopo l’incontro avuto ieri con il gruppo dei Genitori Tarantini e una delegazione di cittadini che hanno fatto presente la situazione sanitaria connessa all’inquinamento. Intanto a Taranto – con il sostegno di associazioni, medici e comitati – si sta organizzando un sit-in di 24 ore in piazza della Vittoria, a partire dalle ore 18 di domani, per chiedere al ministro Di Maio e al governo di tenere fede “alle promesse elettorali sottoscritte nel ‘Contratto di governo’ che prevede la chiusura delle fonti inquinanti”.
Sul lato sindacale, invece, è scontro sullo sciopero previsto per l’11 settembre, sempre se questo verrà confermato anche dopo il tavolo del Mise di oggi. La Fiom accusa Confindustria Taranto, che voleva unirsi alla protesta, di strumentalizzare un’iniziativa di mobilitazione sindacale. Da quello occupazionale a quello produttivo passando per l’ambiente, sono diversi i nodi da sciogliere, a cui forse oggi si darà una risposta definitiva. Un responso che però rischia di infiammare il dibattito politico, specie per tutta la base M5S locale che urla già al “tradimento elettorale” sui social.