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HomeCultura “Inganno”, il nuovo romanzo di Lilli Gruber su Sudtirolo e terrorismo

"Inganno", il nuovo romanzo
scritto da Lilli Gruber
su Sudtirolo e terrorismo

Il terzo libro della saga altoatesina

tra spie e servizi segreti deviati

di Antonio Scali04 Settembre 2018
04 Settembre 2018

Tre ragazzi, il Sudtirolo, il terrorismo secessionista degli anni Sessanta. Sono questi gli elementi chiave di “Inganno”, il nuovo libro di Lilli Gruber, edito da Rizzoli, in edicola da oggi. Si tratta del terzo episodio della saga altoatesina scritta dalla giornalista, iniziata con “Eredità” e proseguita con “Tempesta”.

Un mix di storia e fiction, con al centro i fatti avvenuti in Sudtirolo alla fine degli anni Cinquanta, quando i “combattenti per la libertà” fecero piombare quella zona d’Italia nel terrore per ottenere la riannessione all’Austria. Protagonisti del libro tre giovani: Peter, orfano di guerra in cerca di riscatto. Max, figlio di uno spregiudicato proprietario terriero, e Klara, liceale diciassettenne di Innsbruck, che in segreto spia e agisce per conto degli americani. Peter, migliore amico di Max, è innamorato di Klara: un triangolo che li porterà a diventare tre giovani terroristi.

Bombe e stragi. I fatti che insanguinarono il Sudtirolo misero lo Stato italiano per la prima volta di fronte al terrorismo. Quel lembo di terra, dopo la fine della Seconda guerra mondiale, divenne una sorta di cuscinetto tra i due blocchi della Guerra fredda: gli Stati Uniti e la Nato da una parte, l’Urss dall’altra. «Il Brennero era un confine strategico e questa è anche una storia di spie, servizi segreti deviati e reti clandestine. È interessante ricostruire come l’emergenza terrorismo fu sfruttata per militarizzare la zona e creare un vero e proprio Stato di sicurezza, perché questa ricostruzione ci porta dritti alla strategia della tensione degli anni successivi», spiega l’autrice in un’intervista a “Io donna”.

Per la giornalista di La7 – che tornerà in video con il suo “Otto e mezzo” a partire da lunedì 10 settembre – questa trilogia rappresenta una ricerca delle proprie origini. Nata a Bolzano, Lilli Gruber ha lasciato da piccola il suo Sudtirolo per trasferirsi a Verona. «Da quando ho cominciato le ricerche su questo argomento, ho approfondito la consapevolezza che la mia doppia appartenenza culturale e linguistica è lo specchio di quella della mia terra. In un momento della storia europea in cui la diversità è vista con sempre maggiore diffidenza – racconta la giornalista – la mia vita personale e professionale mi ha portato esattamente alla conclusione opposta: che la diversità non solo culturale ma intellettuale è una grande ricchezza, e un’identità plurale è la chiave per affrontare le sfide dell’oggi».

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