Vivendi spariglia le carte, Elliott batte un pugno. Il tavolo su cui si sta giocando la partita di Tim è sempre più in bilico. Il fondo di investimento non la fa passare liscia alla società francese che ieri, con una mossa disperata, ha fatto dimettere i suoi consiglieri di amministrazione causando così la decadenza di tutto il board. La strategia di Vivendi, si legge in una nota di Elliott, viene considerata «cinica e al servizio dei suoi interessi» in quanto «ritarda la possibilità degli azionisti di Telecom Italia di esprimere il loro voto nell’assemblea del 24 aprile».
La guerra– Con questa decisione Vivendi si è tirata fuori dall’angolo in cui era stata relegata dagli americani, che avevano richiesto di integrare l’ordine del giorno della prossima assemblea, che si sarebbe dovuta tenere domani, con la revoca di sei consiglieri indicati dai francesi, sostituiti da altri sei scelti da loro. Ora quindi la revoca non è più possibile e il Cda ha deciso di rinviare tutto alla prossima assemblea, fissata per venerdì 4 maggio. I dimissionari sono il presidente de Puyfontaine, che ha spiegato come la decisione «darà stabilità all’azienda», i manager Frédéric Crépin ed Hervé Philippe e i consiglieri Camilla Antonini, Felicité Herzog, Marella Moretti e Anna Jones. Ieri ha abbandonato anche il vicepresidente Giuseppe Recchi. Franco Bernabè, già presidente e amministratore delegato di Tim è diventato vicepresidente esecutivo, perdendo la qualifica di consigliere indipendente
I precedenti– I contrasti tra Elliott e Vivendi non sono una novità. Da tempo i due colossi hanno visioni differenti sulle strategie di Tim. Il fondo Usa, che comunque detiene solo il 5,7% del pacchetto azionario, vorrebbe dividere rapidamente la rete per unirla con Open Fiber, operazione di cui Vivendi, padrone di Tim per il 23,9%, non è assolutamente convinta. L’obiettivo della società transalpina è di separare gli investitori istituzionali e non far sì che vengano risucchiati nella rete di influenze che Elliott sta tessendo. Intanto oggi il titolo a Piazza Affari ha aperto in controtendenza, in leggera salita dello 0,33% a 0,783 euro.