“Ho sentito telefonicamente i principali esponenti di tutti i futuri gruppi parlamentari per un confronto utile all’individuazione dei presidenti delle Camere. È il primo passo necessario per far partire questa legislatura e voglio che tutto avvenga nella massima trasparenza”. A scriverlo è il capo politico del M5s Luigi Di Maio sul Blog delle stelle, dopo aver effettuato un secondo giro di consultazioni con i vari leader, da Martina a Brunetta, passando per Grasso, Meloni e Salvini. L’obiettivo è far decollare al più presto la diciottesima legislatura, con l’elezione dei presidenti delle due Camere. Di Maio dimostra ormai un forte feeling con il segretario della Lega: “Pur non affrontando la questione nomi e ruoli, abbiamo convenuto sulla necessità di far partire il Parlamento quanto prima”. I due partiti usciti vincitori dalle elezioni del 4 marzo si piacciono, ma non è detto che quest’intesa si traduca in un governo M5s-Lega.
Salvini, dal salotto domenicale di Barbara D’Urso, spiega di essere convinto che a breve sarà il nuovo presidente del Consiglio. Con i voti di chi? “Prima ho il dovere di confrontarmi con il centrodestra. Dopo di che nulla è impossibile, io sono disponibile a parlare con tutti. Sul M5S voglio capire. Hanno detto tante cose anche sulla Lega”. Eppure ammette che “ci sono tanti punti in comune” da cui partire, come la riforma della legge Fornero e della “Buona scuola” fino a un diverso rapporto con l’Europa. Remota invece, secondo Salvini, l’ipotesi di governare con il Pd. D’altronde anche il fondatore del Movimento Beppe Grillo, dalle colonne di Repubblica, precisa che “anche se l’epoca dei vaffa è finita, non comincerà quella degli inciuci”.
L’asse Cinque Stelle-Lega non convince gli alleati di centrodestra. Berlusconi teme di essere relegato al ruolo di comprimario, specie dopo il veto di Di Maio su Paolo Romani per la presidenza di Palazzo Madama. Ma anche all’interno del Carroccio ci sono delle resistenze. “Salvini è un ragazzo giovane, molto ambizioso e capace, ha una strategia in mente, ma può aspettare”, ha commentato Roberto Maroni. “Io mi auguro solo che il patrimonio che io, Bossi, Berlusconi abbiamo costruito non venga buttato via, altrimenti il rischio è che il risultato del 4 marzo possa ridursi a una vittoria di Pirro“. L’ipotesi caldeggiata da Maroni è quella di un governo di larghe intese, con un chiaro obiettivo: modificare la legge elettorale e tornare alle urne fra un anno, in concomitanza con il voto per le Europee.
Intanto il cammino verso la nascita di un nuovo esecutivo entra nel vivo: oggi e domani la registrazione dei nuovi senatori e deputati, venerdì 23 la prima riunione delle Camere. Si va verso una spartizione delle due presidenze: il M5s punta allo scranno più alto di Montecitorio, con Riccardo Fraccaro in pole seguito da Emilio Carelli, mentre per il Senato spunta il nome dell’avvocato leghista Giulia Bongiorno.