“Io come reagirei davanti a un vero miracolo? Avrei paura? Verrei assalito da una crisi di coscienza, sensi di colpa? Mi chiederei qual è il senso dell’esistenza?”. Niccolò Ammaniti dà voce agli interrogativi di una persona qualunque che trovasse davanti a sé una Madonnina di plastica che piange sangue. E come reagirebbe la scienza, la politica e la Chiesa davanti a una scena simile? Il Premio Strega 2007 è alla sua prima esperienza come regista e sceneggiatore della serie tv ‘Il miracolo’, in onda a maggio su Sky Atlantic HD.
La storia ruota intorno al ritrovamento, in un covo della ‘ndrangheta, di questa statuina che ha imbrattato tutto di sangue e del corpo del boss Molocco. Fuori il Paese vive un momento difficile: al governo c’è una sinistra moderata a rischio referendum per uscire dall’Unione Europea, l’Italy-exit. Il presidente del Consiglio, interpretato da Guido Caprino, viene convocato d’urgenza dal generale dell’Arma (Sergio Albelli), ma stenta a credere al prodigio, poi confermato dalle analisi di laboratorio condotte dalla ricercatrice Sandra (Alba Rohrwacher): si tratta di sangue umano, maschile, di tipo zero. In un’ora la Madonnina è in grado di produrre nove litri di plasma. Qui si alzano le preoccupazioni della politica e del generale: se il Vaticano plaudesse al “miracolo”, i fedeli si riverserebbero tutti sulla Capitale, creando un problema di ordine pubblico. Cosa fare? Mantenere il segreto o dire la verità al mondo?
Non si tratta di una serie sulla religione ha ribadito Ammaniti, che d’altronde non si definisce credente ma “affascinato” a questo genere di episodi soprannaturali. Racconta che da piccolo si è recato con sua nonna a Civitavecchia per vedere una di queste madonnine che piangono sangue e di aver trovato la porta chiusa. Il caso si è rivelato poi essere un falso.
La fiction è prodotta da Sky in collaborazione con Arte e Kwa per Wildside. Il distributore internazionale è FremantleMedia International. Lo scrittore sarà affiancato alla regia da Francesco Munzi e Lucio Pellegrini, e alla sceneggiatura da Francesca Manieri, Francesca Marciano e Stefano Bises.